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Economia
Italia a rischio "spazzatura". Moody's può farci tornare agli spettri del 2011
Meloni e le agenzie di rating

Italia a rischio "spazzatura", la data del 17 novembre da cerchiare in rosso. Ecco cosa accadrà

Il governo Meloni lavora alla manovra ma da una parte deve cercare di non deludere le tante promesse fatte in campagna elettorale e dall'altra deve fare i conti con la realtà e le pressioni dell'Europa e dei mercati finanziari. Su questo ultimo fronte l'Italia rischia grosso e potrebbe essere declassata a "spazzatura" dalle agenzie di rating, una in particolare "Moody's". Il calendario serrato dei giudizi - si legge su Repubblica - turba il sonno di Meloni e Giorgetti. C'è una data cerchiata in rosso, si tratta del prossimo 17 novembre. In quell'occasione, infatti, Moody's potrebbe decidere di di portare i titoli italiani a livello "junk". Se anche S&P, Fitch e Dbrs decidessero di fare lo stesso per il governo sarebbero guai. Le emissioni del Tesoro verrebbero escluse dalle piattaforme degli acquisti e per lo Stato finanziarsi diventerebbe complesso e molto costoso. Lo spread esploderebbe e tornerebbe la probabilità di uno scenario simile a quello del 2011.

Il problema è - prosegue Repubblica - che l'eventuale passaggio da Baa3 a Ba1 avrebbe un effetto negativo sugli investitori. Alcuni grandi fondi non possono mantenere titoli di Stato del genere nei portafogli convenzionali. Già oggi, ad esempio, il Tesoro avvia un'importante emissione di titoli. Uno snodo utile a capire il clima tra gli azionisti. A chi gli chiede un commento, il titolare del Tesoro risponde: "Il dialogo con le agenzie è costante. E se hanno letto la Nadef senza pregiudizi, al contrario di qualcuno, allora siamo tranquilli". Al ministero ritengono di aver scritto una Nadef solida che mette al riparo l’Italia da eventuali giudizi negativi. Attenzione: la risposta di Giorgetti non deve essere tradotta però come un invito a considerare semplice il compito che il governo si trova ad affrontare. Semmai, sembra consigliare tutti – anche i suoi colleghi dell’esecutivo – a gestire con un approccio rigoroso le prossime settimane.

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Moody’s il 23 maggio scorso aveva già messo in guardia l'Italia. Nel suo report indicava i fattori che avrebbero potuto provocare un declassamento. Tra questi un "significativo indebolimento della forza economica e fiscale dell’Italia", a partire dalle misure di sostegno alla crescita del Pnrr. E ancora, si indicavano come eventuali segnali negativi quelli legati a una "significativa tendenza al rialzo del debito", frutto di una "crescita più debole", di un'impennata dei costi per i tassi d’interesse e di un "sostanziale allentamento fiscale". Condizioni negative, frutto anche della congiuntura, condivise però con il resto dei big Ue, ad eccezione dell'alto debito pubblico.

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