Economia
Italiaonline, Naguib Sawiris manda tutto alla "Calenda greca"
Alla peggio, lo scaltro Faraone egiziano scucirà altri soldi pubblici di cassa integrazione allo Stato. Per ripartire poi coi licenziamenti fra qualche anno
Tutti esultano - Carlo Calenda, Sergio Chiamparino e Chiara Appendino - per il congelamento dei 400 licenziamenti per tre settimane da parte di Italiaonline, l'internet company controllata dal Faraone egiziano Naguib Sawiris che dopo aver rilevato a prezzo di saldo l'ex Seat Pagine Gialle è riuscito a riportare in nero i conti del gruppo che controlla anche la piattaforma web Liberomail.it con i soldi dello Stato che ha finanziato migliaia di ore di cassa integrazione. Ora, dopo un utile netto 2017 di 26,4 milioni di euro (+16,6% pur se con ricavi in ribasso del 10% a 338,5 milioni), Sawiris ha deciso di chiudere la sede di Torino lasciando per strada 400 dipendenti e relative famiglie.
Affaritaliani.it si era già occupato del caso degli esuberi Italiaonline. Nella foto sopra lo screenshot del nostro articolo del 27 febbraio mandato in onda nella trasmissione di La7 "L'Aria che tira", screenshot ripreso dallo schieramento politico Potere al Popolo (negli studi televisivi dell'emittente di Cairo era presente l'esponente Giorgio Cremaschi)
Il primo incontro al Ministero dello Sviluppo economico fra Calenda, Comune, Regione, azienda e sindacati ha partorito la decisione di iniziare un percorso di confronto sospendendo gli effetti del nuovo piano industriale. Tutti ad esultare.
Pericolo scampato, dunque? Nei sindacati c'è chi guarda con estremo sospetto alle mosse del magnate del Cairo. A ragione.
Primo, perché fra tre settimane con molta probabilità il vulcanico Calenda, la cui regia è stata magistrale nella risoluzione del caso Embraco coinvolgendo la preziosissima Invitalia, sarà semplicimente un libero cittadino, certo neotesserato del Pd in versione no-global, ma senza alcun potere. Secondo, la liturgia degli incontri al Mise prevede che i tavoli (si comincia lunedì 26) saranno separati: da una parte Ministero, Comune, Regione e Italiaonline. Dall'altra verranno sentiti anche i sindacati, ma separatamente.
Il motivo degli incontri? Tenetevi forte: "Fare un percorso di verifica del piano industriale", hanno spiegato dal Ministero di Via Veneto. Mentre Di Maio e Salvini non vedono l'ora di mettere un loro uomo al posto di Calenda. Sa tanto di mossa per portare il tutto alla Calenda greca. Un modo per prendere tempo, insomma. Tanto fra un po' arriva un nuovo inquilino che col Pd non c'entra nulla. E tutto finirà in nulla.
Alla peggio lo scaltro Sawiris, agitando il ricatto degli esuberi che Chiamparino e Appendino vogliono cancellare, avrà buon gioco a scucire alle casse pubbliche altre milionate di cassa integrazione (continuando a macinare profitti) dietro l'allarme dei ricavi in calo. Per ripartire poi coi licenziamenti fra qualche anno. Beffando dicastero e istituzioni un'altra volta.
Com'è che diceva Piero Chiambretti nel dopo Festival a Sanremo qualche anno fa? "Comunque vada, sarà un successo". Alle spalle dei contribuenti.