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Economia
L’Inps frena i progetti della maggioranza: “In pensione in media a 64,2 anni, rischio squilibri”
Foto: Julita da Pixabay

Inps: "In pensione in media a 64,2 anni, rischio squilibri"

L’Inps lancia l’allarme sulle pensioni. Dal Rapporto annuale non arrivano buone notizie per la maggioranza, in particolare per quei partiti come Lega e Forza Italia molti sensibili al tema.

L'età media di accesso alla pensione in Italia, grazie alla possibilità di uscire in anticipo rispetto all'età di vecchiaia, è di 64,2 anni e questo, insieme alla generosità dei trattamenti rispetto all'ultima retribuzione, rischia di creare squilibri per il sistema previdenziale. "Le previsioni Eurostat per l'Ue relative agli andamenti demografici - si legge - fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei paesi, come l'Italia, dove la spesa previdenziale è relativamente elevata".

La linea del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in vista della prossima Legge di Bilancio, è chiara: qualunque intervento andrà definito solo "all'interno e in modo coerente alla sostenibilità complessiva della finanza pubblica". Ma gli alleati sono in pressing. Forza Italia insiste con l'innalzamento delle pensioni minime: l'obiettivo "di legislatura" è arrivare a mille euro e "il prossimo anno -, diceva a fine agosto il responsabile dei dipartimenti di FI Alessandro Cattaneo - faremo un altro passo in quella direzione".

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La Lega non molla Quota 41: ritentua "plausibile", dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ma se dovesse diventare realtà sarà con il ricalcolo contributivo. E l’ipotesi di una nuova stretta sulle pensioni anticipate non piace. Le soluzioni allo studio sono quelle di estendere da 3 a 6/7 mesi la 'finestra mobile' per chi sceglie di uscire con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne).

Nel 2023, lo stock di pensioni è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2022. I pensionati erano circa 16,2 milioni, di cui il 52% donne e l'importo lordo della spesa pensionistica era poco sotto i 347 miliardi di euro, di cui 338 miliardi di euro per pensioni erogate dall'Inps. Oltre la metà della spesa pensionistica totale - si legge ancora nel Rapporto - è stata per pensioni di anzianità e anticipate, seguite da pensioni di vecchiaia e pensioni al superstite. Le prestazioni assistenziali (agli invalidi civili e pensioni/ assegni sociali) hanno assorbito l'8% del totale.

Nel 2023 i lavoratori iscritti all'Inps con almeno una settimana di contributi sono stati 26,6 milioni, oltre 1,08 milioni in più del 2019. Nel rapporto viene segnalato come la differenza rispetto all'Istat dipenda dal fatto che l'Istituto di statistica faccia un'indagine campionaria mentre l'Inps dà un dato di flusso annuo. Le settimane lavorate in media nel 2023 per ogni assicurato sono state 43,1 a fronte delle 42,9 medie del 2019. Hanno trainato l'aumento i dipendenti privati a tempo indeterminato mentre si sono ridotti gli autonomi. Si registrano 540mila lavoratori in più nati in Paesi extra Ue.






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