Economia

Il calo demografico si combatte con la programmazione

L'opinione di Ezio Pozzati

Non nascondiamoci dietro un dito dicendo: "Dove trovi i soldi?". Abbiamo il potenziale, manca la capacità di programmare

La nostra Nazione ha bisogno di un riordino nel settore del lavoro con distribuzione dei diritti, ma anche dei doveri, non puoi andare alla partita se sei in malattia, una programmazione quinquennale con relativi investimenti, supportati anche dallo Stato, con la realizzazione di opere locali (quelle faraoniche vanno studiate bene) perché i comuni in Italia sono 7.904 e se ognuno, per la messa in sicurezza del territorio (monti, colline, fiumi, laghi, fognature, rete idrica ecc.), dei plessi scolastici, realizzando opere di qualificazione ambientale e chi più ne ha più ne metta spendendo in media una somma di un milione di euro (anche in un lustro) potremmo avere un investimento di quasi otto miliardi di euro, che producono ogni anno circa 30 miliardi di euro di PIL ai quali vanno sommati tutti gli investimenti indotti in persone e mezzi.

E non nascondiamoci dietro un dito dicendo: dove trovi i soldi? Quelli ci sono e anche tanti e soprattutto senza incidere sul debito pubblico, tra l'altro si possono avere anche subito. Allora la domanda è: si fa tanta fatica a programmare una cosa semplice con la collaborazione di tutti? Se gira l'economia le persone mettono su famiglia e fanno anche figli e se volete un esempio reale basta tornare agli anni '50 e '60, gli anni del boom economico e demografico. Noi il potenziale ce l'abbiamo, ma chi ha la capacità, il coraggio e la volontà di coordinare uno sviluppo programmato? “Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare” (Socrate).