Economia
Lavoro: great resignation, Big Quit, Quiet quitting? C’è chi dice no
Dall’indagine di Kelly a livello europeo emerge un “nuovo” gruppo di lavoratori ad alto valore aggiunto che non ha intenzione di lasciare il proprio posto
"Questo gruppo di lavoratori ha evidenziato livelli più elevati di soddisfazione riguardo a flessibilità da parte dei loro datori di lavoro, carichi di lavoro più gestibili e una maggiore attenzione alla salute mentale – spiega Dinette Koolhaas, Presidente di Kelly International – Esaminando, poi, da vicino i fattori che spingono questi lavoratori a rimanere in azienda, è possibile comprendere le azioni più efficaci che le organizzazioni devono intraprendere oggi per tenersi stretti, e più a lungo, i migliori talenti".
Dall’indagine di Kelly emergono così alcuni dei principali fattori che per i “Dedicated Performer” influiscono maggiormente sulla scelta di rimanere in azienda:
La salute mentale è importante. L'88% dei “Dedicated Performer” europei ritiene che i datori di lavoro si preoccupino della loro salute mentale, rispetto ad appena il 2% di coloro che stanno pianificando di lasciare il proprio ruolo. Questo dato da l’idea di quanto la salute e il benessere mentale influiscano in modo significativo sulla soddisfazione dei lavoratori. Di rilievo, infatti, il dato che vede il 27% dei lavoratori italiani coinvolti nell’indagine dichiarare che un carico di lavoro elevato o team con risorse insufficienti abbiano un impatto negativo sul loro benessere mentale. Dato suffragato dai colleghi tedeschi (27%) mentre è meno sentito per portoghesi (21%) e francesi (16%).