Economia
Leonardo, Profumo di...insuccesso. Titolo giù nonostante la Corea

Per Alessandro Profumo quattro mesi senza gloria ai vertici di Leonardo, ma l'ex banchiere scommette su internazionalizzazione e Difesa
Da quanto Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit prima e presidente di Mps poi, è stato nominato amministratore delegato di Leonardo, il titolo in borsa ha perso circa un euro (il 6,5%), passando da poco più di 15,5 a 14,5 euro per azione. Quattro mesi senza gloria dovuti in parte anche ad una semestrale, della quale Profumo non può essere considerato resposabile, che ha registrato un sostanziale stand-by, con ordini acquisiti pari a 5,1 miliardi (+3% annuo), ricavi per 5,3 miliardi (-1.6%) e un utile di 194 milioni, contro i circa 200 milioni del primo semestre 2016.

Profumo, peraltro, ha preannunciato che il nuovo piano industriale sarà presentato solo a inizio 2018 e non presenterà "una rottura col passato", anche se poi una delle prime mosse dell'ex banchiere è stata l'alleggerimento del modello "one company" cancellando i settori voluti da Mauro Moretti al di sopra delle sette divisioni di business (Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi avionici e spaziali, Elettronica, Difesa, Sistema di sicurezza e Spazio) nelle quali sono confluite tutte le controllate del gruppo. Una mossa che sembra aver spiazzato gli investitori che ora attendono di vedere come si muoverà l'ex banchiere.
La ricetta di Profumo, come egli stesso ha spiegato, prevede il rafforzamento ulteriormente del posizionamento di Leonardo sui mercati internazionali, facendo leva su "un più efficace modello commerciale, che abbia al centro il cliente", una frase ricorrente di quando il manager era in banca. Ma non disdegnando nuove acquisizioni, come quella finalizzata lo scorso giugno negli Usa (tramite Leonardo Drs9 di Daylight Solutions, azienda leader nello sviluppo di prodotti laser a tecnologia a cascata quantica. Un'acquisizione ch consentirà al gruppo italiano di ampliare la propria offerta di soluzioni tecnologiche avanzate per applicazioni mediche e industriali.

Se Moretti aveva ventilato la vendita del 25% detenuto da Leonardo in Mbda, il consorzio missilistico europeo in cui sono presenti, con quote paritetiche del 37,5%, anche Airbus e Bae Systems, Profumo sembra intenzionato a rinunciare al possibile incasso di 1,5 miliardi (in gran parte peraltro destinati a tornare ad Airbus per il previsto contestuale acquisto del 50% della joint venture Atr, che produce aerei turboelica da trasporto regionale).
Anche perchè, complici le rinnovate tensioni geopolitiche, in questo momento è sicuramente più strategico, e redditizio, mantenere una presenza in una joint-venture militare che non impegnarsi a fondo in una fascia del mercato del trasporto aereo che sembra risentire di qualche incertezza.
(Segue...)