Economia
Levorato: “Le coop sono finite. E anche a sinistra comanda solo la finanza”
I nuovi Belzebù e il potere invisibile che paralizza l’Italia. L’ultima guerra a sinistra prima della fine. L’intervista esclusiva a Claudio Levorato
Quale?
“Volevamo entrare in quelle stanze per cambiarle, non per diventare come il potere e la finanza italiana”.
Siete diventati uguali?
“Pure peggio di quella di una volta. Ci vorrà tempo per vedere qualcosa di nuovo in Italia. E’ la selezione della specie. La distruzione è fondamentale per avere modo di costruire di nuovo. Ma di fronte a varie crisi economiche molto serie per avere di nuovo dei ‘costruttori’ bisognerà attendere”.
Come vede la sinistra?
“Dietro la decadenza dell’egemonia della sinistra c’è un cambio del tessuto sociale e la cooperazione è un sistema di coesione sociale che è venuto completamente a mancare, con l’impoverimento generale che vediamo. Si è squagliata rispetto alla società. Guardi ad esempio le coop di consumo, i supermercati, che sono la spina dorsale del sistema. Vivono di pubblico risparmio, i soldi che la gente presta loro anche se non non sono delle banche. Si può fare? Credo di no. Ma si fa lo stesso. In Italia è così. Senza il pubblico risparmio sono morte”.
E la destra, come la vede?
“Meloni ha avuto il voto dei moderati. E si capisce come si muove, non mettendo a rischio alcuni asset, sennò in Europa la mettono in croce. Capisco le sue mosse ma una cosa la voglio dire: sui diritti civili va data una risposta anche alle famiglie arcobaleno. Poi abbiamo bisogno di immigrazione perché non facciamo più figli per vari motivi. Anche chi è agiato ne fa pochi. In Francia hanno creato misure di favore per chi fa figli, non come noi. Anche qui bisogna agire: con il declino demografico avremo anche un declino economico e della qualità della vita. L’Italia è sempre un Paese paradossale”.
Mi ha detto due cosa e perché l’Italia è un Paese paradossale?
“In Italia chi crea la ricchezza è l’unico che non può guadagnarci.
Il Pil è fermo, per questo gli stipendi non crescono da decenni se non arretrano. Salario minimo? Va bene, ma non risolve i problemi veri. Se non si creano le condizioni per gli aumenti della produttività non cambia nulla. Se aumenti la produttività e dai spazio a chi la produce, gli dai delle possibilità, allora avrai ricchezza più diffusa. Ma lo Stato invece di favorire la crescita fa altro, è incistato dalla gestione potere”.
L’Italia come dovrebbe creare ricchezza?
“Attraverso attività regolatorie dello Stato. Dovrebbero ordinare socialmente dei processi, favorire la concorrenza e chi crea, non tartassare e perseguitare chiunque produca qualcosa. Invece leggo ancora che si investe in povertà. Mi chiedo come sia possibile che lo Stato non abbia ingegneri per gestire i miliardi del PNRR. Deve assumerli. Invece poi assorbe il lavoro povero, il bidello, con tutto il rispetto per i bidelli. Ho letto che il sindaco di Roma Gualtieri vuole internalizzare la Multiservizi di Roma. Il Comune si mette sulle spalle della roba così? Ma ha senso? E’ così che aumentiamo la produttività? Questo è un piccolo esempio per capire le condizioni in cui ci tocca vivere, giorno per giorno”.