Manovra, Conte tira dritto. Salvini-Di Maio: "Piena fiducia in lui"
Nessun commento da parte di Giuseppe Conte dopo le parole del Commissario Moscovici. Salvini e Di Maio invece esprimono "piena fiducia nel lavoro del premier"
Le parole del Commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici che hanno gelato un po' gli entusiasmi della maggioranza M5S-Lega dopo la proposta italiana a Bruxelles di ridurre il deficit (nominale) previsto per il 2019 dal 2,4 al 2,04% non generano nessun commento da parte del premier italiano. Secondo quanto trapela da fonti di Palazzo Chigi Giuseppe Conte è concentrato sul negoziato.
Quello che filtra è "fiducia e orgoglio per la proposta fatta, che pure in una responsabile riduzione del rapporto deficit-Pil lascia invariati redditi di cittadinanza e quota 100, coerentemente con quanto sempre promesso all'elettorato italiano. Questa è la strada intrapresa e che si continuerà a percorrere". I due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini invece, in una nota congiunta, ribadiscono la piena fiducia in quanto fatto fino ad ora dal presidente del Consiglio nella trattativa con Jean Claude-Juncker.
"Continuiamo a sostenere con convinzione - scrivono infatti i capi politici di M5S e Lega - la nostra proposta. Piena fiducia nel lavoro di Conte. Siamo persone di buon senso e soprattutto teniamo fede a ciò che avevamo promesso ai cittadini, mantenendo reddito di cittadinanza e quota 100 invariati. Manterremo tutti gli impegni presi, dal lavoro alla sicurezza, dalla salute alle pensioni senza penalizzazioni, dai risarcimenti ai truffati delle banche al sostegno alle imprese". Stamattina, Moscovici aveva fatto sapere che la riduzione del deficit italiano "non era ancora sufficiente".
"E' un passo nella giusta direzione, ma tuttavia non ci siamo ancora, ci sono altri passi da fare, forse da entrambe le parti", aveva affermato Moscovici in un'audizione al Senato francese. "Non possiamo scendere a compromessi con le regole", aveva aggiunto il Commissario Ue, ribadendo che non esiste un "trattamento privilegiato" per la Francia.
"Queste regole, possiamo applicarle in modo intelligente, flessibile e sottile, ma non possiamo derogare da esse", aveva insistito poi Moscovici.
"Stiamo cercando il modo - aveva aggiunto - di rendere compatibili queste scelte politiche, che sono quello che sono e che sono legittime, con delle regole uguali per tutti e che tutti devono seguire". "Nella fase attuale - aveva concluso Moscovici - stiamo oscillando tra un dialogo intenso, positivo e costruttivo per trovare una soluzione e la necessaria preparazione delle fasi procedurali, nel caso in cui questo dialogo non abbia successo, il che naturalmente non ci auguriamo".
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