Economia
Mediobanca, l'utile vola ai massimi. Nagel: "I tassi scenderanno a fine anno"
I ricavi del trimestre sono pari a quasi 760 milioni di euro, l'utile netto è pari a 791 milioni
Mediobanca, il futuro di Nagel
Alberto Nagel, così come l’intero consiglio di amministrazione, vedrà scadere il suo mandato a settembre di quest’anno. E la curiosità di molti analisti finanziari si concentra sulle scelte dei due azionisti di riferimento: la Delfin - holding fondata da Leonardo Del Vecchio oggi guidata da Romolo Bardin e Francesco Milleri - che detiene poco meno del 20% delle azioni di Piazzetta Cuccia; e Francesco Gaetano Caltagirone, fresco di “salita” al 9,9% del capitale.
Il clima sembra essere cambiato, le tensioni sono meno evidenti. Prova ne sia che alla recente assemblea di Generali, in cui si votavano il rinnovo di alcuni vertici, Caltagirone si è astenuto. Un segnale di una “pax” che prelude probabilmente alla necessità di abbassare i toni. Per le battaglie c’è sempre tempo, ora Milleri (che deve ancora risolvere le grane sulla successione di Del Vecchio) e il costruttore romano, che vive un momento di soddisfazioni, preferiscono aspettare.
Lo stesso Nagel ha ostentato tranquillità: "A noi compete la gestione del gruppo e il nostro compito è quello di tentare di dare le migliori soddisfazioni possibili a tutti i nostri azionisti e incentivare un engagement con loro, che sia il più genuino e proficuo possibile". Così l'ad di Mediobanca ha risposto a una domanda sul rafforzamento nel capitale da parte dell'azionista Caltagirone, durante la call sui risultati del terzo trimestre.
"Dall'insieme di risultati positivi e di engagement positivi deriva la possibilità di gestire la società rimanendo focalizzati sugli obiettivi e non distratti da altri tipi di iniziative. E questa è stata e resta la nostra priorità", ha aggiunto Nagel.