Economia
Mps-UniCredit, piano del Tesoro: 5 miliardi per convincere Mustier
Rumors: l'operazione a costo zero disegnata da Mef per neutralizzare i rischi legali e assorbire i costi di integrazione post 6.000 esuberi (su 21 mila bancari)
Mps in sposa a UniCredit, con lo Stato che alla fine dell’operazione potrebbe ritrovarsi con il 5% del capitale della banca guidata da Jean Pierre Mustier. Prende corpo il cantiere della privatizzazione della banca senese con il Tesoro che, secondo le indiscrezioni, starebbe proseguendo le interlocuzioni informali con il banchiere francese a capo di Piazza Gae Aulenti. In settimana, riferiscono alcune fonti bancarie ad Affaritaliani.it, il Mef avrebbe anche informato i vertici di Mps.
Il costo complessivo per lo Stato potrebbe aggirarsi attorno ai cinque miliardi di euro (che si sommerebbero ai sette già spesi finora), un esborso necessario per ripulire completamente l’istituto senese, neutralizzare i rischi legali miliardari (petitum di 10 miliardi di euro) che gravano sul futuro di Palazzo Sansedoni e assorbire i costi di integrazione per una fusione che comporterebbe l'uscita di circa 6 mila dipendenti Mps su 21 mila complessivi. Quasi uno su tre, poi da compensare con assunzioni di giovani (fino ad ora nella misura di due uscite a fronte di un ingresso) per ricevere il disco verde dei sindacati.
L’operazione sarebbe sulla falsariga di quella disegnata da Via XX Settembre nel 2017 in occasione del salvataggio delle ex Popolari venete finite in pancia ad Intesa-Sanpaolo. Dieci giorni fa Palazzo Chigi ha firmato il decreto che autorizza la scissione degli 8,1 miliardi di crediti deteriorati di Mps ad Amco (operazione Hydra) e la riprivatizzazione chiesta dalla Vigilanza e da Bruxelles. L'azionista pubblico che oggi ha il 68,25% del capitale, dopo l’aumento precauzionale del dicembre 2016, deve uscire entro entro metà 2022, quando l’assemblea dovrà approvare il bilancio 2021. Un percorso non facile, anche per le differenti vedute nella maggioranza (M5S), da disegnare fin da ora.
"Stiamo lavorando e abbiamo lavorato per sostenere e rafforzare questa banca, definendo un percorso di rilancio con la commissione europea, che passerà anche per una operazione di fusione con un partner sufficientemente forte da consentirle un futuro”, ha spiegato infatti oggi pomeriggio il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri interpellato sulle ipotesi di aumento di capitale per Mps alla festa del Foglio.
Secondo quanto si vocifera, il piano confezionato dal direttore generale del Mef Alessandro Rivera coadiuvato dall'advisor Mediobanca non ha ancora ricevuto il via libera da Mustier, impegnato per il momento sul cantiere dello spin-off delle attività bancarie italiane da quelle d’oltreconfine, ma da Via XX Settembre vorrebbero accontentare tutte le richieste di UniCredit per confezionare un’operazione a costo zero per i coefficienti patrimoniali della seconda banca italiana. Un prerequisito necessario per Mustier per fondere, post-creazione della subholding italiana di UniCredit, gli asset nazionali con Mps. Dopodiché lo scorporo permetterebbe inoltre a Mustier di perseguire in futuro una fusione a livello europeo, per la quale si parla della tedesca Commerzbank e che l’arrivo in primavera del neo-presidente Pier Carlo Padoan al posto di Cesare Bisoni potrebbe facilitare.
Aggregando Mps, inoltre, il gruppo di Piazza Gae Aulenti, che così recupererebbe il distacco con la prima della classe Intesa-Sanpaolo, distacco segnato da Ca’ de Sass dopo la scalata a Ubi, potrebbe beneficiare di tre miliardi di euro di crediti fiscali corrispondenti alle dta (deferred tax asset) ovvero le imposte differite di Montepaschi.
Contattata da Affaritaliani.it, UniCredit non ha voluto commentare le indiscrezioni di mercato e ha ribadito come Mustier abbia più volte espresso la propria contrarietà ad operazioni di M&A in questo momento. Ma, secondo i rumors, il dossier sarebbe pronto sulla scrivania del banchiere francese e potrebbe ricevere il disco verde entro la fine dell’anno.
In serata, fonti del Mef hanno smentito che dal Tesoro sia stata presentata alcuna proposta formale. Ma non sono state smentite le interlocuzioni.
@andreadeugeni