Economia
Muro europeo contro Pechino. Golden power per proteggere l'industria
Bruxelles alza le difese per tutelare la propria industria dall’espansione commerciale cinese. Ecco come
Reciprocità negli appalti, difesa dell’industria europea e garanzia della sicurezza. Leggi Huawei. Mentre gli Stati del Vecchio Continente procedono in ordine sparso con accordi per potenziare l’interscambio commerciale con Pechino (dopo la visita in Italia, il presidente Xi Jinping vedrà Emmanuel Macron e Angela Merkel), l’Europa come grande area economica alza le difese per tutelarsi dall’espansione commerciale cinese.
Siemens, Alstom o ancora, per esempio, Deutsche Bank sono campioni europei ma troppo piccoli sullo scacchiere globale per resistere alla potenza finanziaria di gruppi come China Railway Rolling Corporation o China Construction Bank.
Nel documento finale del vertice Ue che si è appena concluso a Bruxelles, i 28 sono corsi ai ripari decidendo di proteggere il mercato interno avviando modifiche senza precedenti alla politica di concorrenza, alle regole sull’antitrust e sugli appalti. Modifiche che prevedono, per esempio, che se le gare pubbliche di appalto sono aperte nella Ue così devono esserlo anche negli Stati terzi che vogliono fare business nel Vecchio Continente. Vale per la Cina innanzitutto, ma non solo.
Nel settore industriale, nelle infrastrutture materiali e digitali a partire dalle reti di quinta generazione, occorre poi che la Ue segua “un approccio concertato alla sicurezza”. Per “permettere - usando le parole del documento finale del vertice - alla Ue di restare una potenza industriale”, il Consiglio ha dato mandato alla Commissione di adottare con urgenza (entro il 2020) il regolamento per lo ”screening” sugli investimenti esteri, regolamento che prevede la valutazione degli investimenti da parte di un’autorità indipendente e competente, una sorta di “golden power” europeo.
In attesa di rivedere le regole del funzionamento dell’Antitrust europeo (come hanno chiesto Francia e Germania, dossier che però andrà sul tavolo della prossima Commissione), Bruxelles vuole modificare le regole sulla concorrenza per colmare l’attuale gap che consente che consente, ad esempio, ad aziende di altri Paesi partecipate dallo Stato o beneficiarie di sussidi pubblici (come avviene spesso in Cina) di acquistare aziende private europee.
Secondo l’indirizzo politico dato dal Consiglio, le nuove norme sul mercato degli appalti prevederanno una stretta con forme di reciprocità consentendo di chiudere il mercato europeo a quelle imprese che provengono da Paesi che applicano limitazioni alle aziende comunitarie.
“Vogliamo rafforzare il mercato unico europeo e la sua base industriale, che è fondamentale per la creazione di posti di lavoro. Siamo anche concordi sulla necessità di una politica commerciale aperta e risoluta. In tale contesto, il Consiglio europeo ha invitato a riprendere la discussione sullo strumento degli appalti pubblici. Vogliamo rafforzare la capacità europea di affrontare il furto di tecnologie e le minacce alla cybersicurezza e attendiamo con impazienza la raccomandazione della Commissione sulla sicurezza delle reti 5G", ha spiegato infatti al termine del vertice il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Il prossimo appuntamento ora è il periodico vertice tra Ue e Cina che si terrà il 9 di aprile. Pechino, ha indicato chiaramente la Commissione europea, è sia partner che un pericoloso concorrente che ambisce alla leadership tecnologica e “un rivale sistemico” che promuove modelli di governance alternativi. Occorre attrezzarsi, per dirla alla Conte, "con un approccio comune" e come ha spiegato Macron, elogiando poi il documento del vertice, "il tempo della ingenuità europea è finito".