Economia

Nerio Alessandri al 40% di Technogym. Tra dividendi e titoli incassa 400 mln

Luca Spoldi

Il leader mondiale delle macchine per il fitness in questi anni ha accumulato una ricchezza da 1,7 miliardi

Nerio Alessandri approfitta del rimbalzo dei mercati dopo l’ondata di panico legata alla diffusione del coronavirus e passa alla cassa, collocando 10 milioni di azioni Technogym, pari al 4,98% del capitale sociale, ad un prezzo medio per azione di 11,45 euro, rispetto agli 11,80 euro della chiusura di ieri. Il titolo soffre il collocamento, effettuato dalla Wellness Holding di Alessandri attraverso un accelerated bookbuilding riservata a investitori qualificati in Italia e istituzionali all’estero, e perde quota in borsa calando a 11,48 euro (-2,7%) con poco meno di 2,9 milioni di titoli passati di mano. L’operazione odierna, da tempo prevista, non ha rappresentato una “prima”, anzi: nel giugno 2017 Wellness aveva ceduto 16 milioni di titoli (l’8% del capitale) a 6,9 euro per azione incassando 110,4 milioni, poi nell’aprile dello scorso anno erano stati collocati altri 14 milioni di azioni (6,96% del capitale) a 10,3 euro l’una per un incasso di 144,2 milioni. Con le tre operazioni l’imprenditore ha quindi incassato 369 milioni, peraltro conservando 80 milioni di azioni (39,8% del capitale) che ai prezzi attuali di borsa valgono altri 910 milioni circa.

Technogym, leader mondiale nella produzione di attrezzi per lo sport e il tempo libero, è una storia di quelle che piace molto agli investitori di tutto il mondo e l’andamento delle sue quotazioni dallo sbarco a Piazza Affari ad oggi lo dimostra. Fondata nel 1983 dallo stesso Alessandri, all’epoca un industrial designer 22enne, a Cesena (in un capannone preso in affitto a Gambettola), la società è poi sbarcata sul listino milanese nel marzo del 2016 a 3,25 euro per azione venendo anche premiata come la migliore Ipo europea dell’anno nella categoria al di sotto dei 300 milioni di dollari. L’operazione era servita da “exit” al fondo Candover (che aveva rilevato nel 2008 il 40% di Technogym per 400 milioni di euro e finì col cedere gli ultimi titoli pochi mesi dopo l’Ipo a 4,45 euro l’uno), da allora nonostante i collocamenti secondari di Wellness le quotazioni sono costantemente cresciute toccando un picco di 12,19 euro lo scorso 17 gennaio (+275% rispetto al prezzo di collocamento di quattro anni prima) e così il patrimonio dell’imprenditore, autentico “self made man” italiano di prima generazione (è figlio di un capomastro e di un’operaia). In questi anni Nerio Alessandri ha incassato oltre 32 milioni di euro di dividendi, mentre con la cassaforte lussemburghese LQH (in precedenza denominata Finwellness, Nerio ne possiede il 75%, il fratello Pierluigi il 25%) ha investito in una serie di altre società come la comasca Enervit, quotata a Piazza Affari dal 2008 (debuttò a 2 euro per azione), che oggi vale 62 milioni di capitalizzazione (ossia circa 19,3 milioni per il 31,09% che fa capo a LQH), piuttosto che Cortina Mare.

In tutto secondo le ultime notizie, che risalgono ad oltre un anno fa, LQH poteva vantare su asset per 536 milioni di euro in totale (di cui 137 milioni in liquidità e 361 milioni rappresentati da valori mobiliari). Come dire che chi soprannomina l’imprenditore cesenate “mister miliardo” compie ormai un’approssimazione per difetto visto che tra partecipazioni in Lussemburgo, dividendi staccati e incassi collegati ai collocamenti successivi di Technogym, Alessandri ha in questi anni accumulato una ricchezza più vicina agli 1,7 che agli 1,6 miliardi di euro. A riprova che l’imprenditorialità italiana sa ancora colpire nel segno ed essere apprezzata dai mercati.