Economia

Tassi alle stelle e stipendi al palo. Crollano le compravendite del 13%

di Francesco Megna

Nel 2023, il mercato immobiliare italiano rallenta ulteriormente, con aumenti più pronunciati a Milano e Torino

Mercato immobiliare: le vendite rallentano, la richiesta si sposta verso gli affitti. L'analisi

Il recente rapporto Nomisma 2023 conferma un calo complessivo delle compravendite immobiliari del 13% rispetto al 2022 (50.000 scambi in meno) , come conseguenza sia dell'incalzante salita dei tassi di interesse sui mutui che ha comportato un crollo delle erogazioni (-29%),  sia per l'aumento dei prezzi delle abitazioni (mediamente + 1% circa)  ed anche per l' erosione del potere di acquisto delle famiglie italiane: ovvero, i prezzi salgono per tutti i beni, e gli stipendi restano fermi.

Ecco perchè il 7% circa della domanda si è spostato verso le locazioni aumentando la pressione su un settore già saturo e quindi agevolando l’impennata dei prezzi: l'aumento medio dei canoni è del 2% circa. I maggiori incrementi si registrano  a Milano, Torino, Firenze e Bologna (tra il 3% e il 5%). Indubbiamente più 'fermi'  i prezzi delle compravendite che oscillano, mediamente,  tra un minimo di -1, 3% registrato a Cagliari a un massimo di 1,3% a Milano, che si conferma la città col maggior aumento dei prezzi nel 2023.

Dopo un 2022, in cui il mercato ha censito quasi 800.000 transazioni, nel 2023 le compravendite sfioreranno quota 700.000 per poi contrarsi a 630.000 circa il prossimo anno e scendere nuovamente a quota 620.000 circa l'anno successivo. Ovviamente a condizioni economiche e geopolitiche immutate. Ma se per il comparto abitativo si prevede difficoltà anche per il 2024, sul versante corporate le ipotesi di rilancio potrebbero concretizzarsi nel breve termine. Il consolidamento del quadro economico è chiaramente  un aspetto fondamentale per la buona ripresa del mercato corporate, che consentirà agli investitori di acquisire maggiore fiducia nell’investimento dei propri capitali sul nostro territorio.

Invece, sul fronte dei prezzi, questi, prima o poi, dovranno scendere perchè sarebbe insolito che di fronte ad una riduzione degli scambi, i prezzi resistano nel lungo periodo. Prima o poi il mercato si dovrà adeguare. I tempi medi di vendita sono diminuiti negli ultimi 10 anni, sebbene alcune città come Bologna, Milano e Roma abbiano mostrato un leggero allungamento dei tempi di vendita; inoltre le case in ottimo stato hanno registrato un leggero calo dei prezzi , mentre i prezzi delle abitazioni in discreto stato hanno mostrato una lieve crescita. Negli ultimi due anni si è venduto moltissimo e l'offerta ad oggi sul mercato è piuttosto scarsa come qualità. Occorre non avere fretta e attendere di veder ricostituire unità immobiliari di buona qualità che potrebbero affacciarsi sul mercato. Chi investe invece, deve puntare sulla qualità e sulla collocazione e non lasciarsi tentare da prezzi allettanti che spesso nascondono scarsa qualità soprattutto da un punto di vista dell'efficienza energetica.

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