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Agici, realizzato il workshop "Net Zero Economy al 2050: miraggio o realtà?”
Carta (Agici): "Si comprende l'importanza di raggiungere l'obiettivo Net Zero, ma manca una traiettoria chiara da parte della politica e delle istituzioni"
Agici, organizzato il workshop “Net Zero Economy al 2050: miraggio o realtà?” per l’Osservatorio Rinnovabili OIR 2024 in partnership con Edison
Ieri, al Centro Congressi Fondazione Cariplo di Milano, Agici ha presentato lo studio "Net Zero: la sfida e il potenziale delle energie rinnovabili al 2050" in occasione del workshop "Net Zero Economy al 2050: miraggio o realtà?" organizzato per l'edizione 2024 dell'Osservatorio Rinnovabili OIR, che vede Edison come partner strategico.
All'evento, introdotto dall'AD di Agici Marco Carta e concluso dal Presidente di GSE Paolo Arrigoni, hanno preso parte i vertici dei principali operatori energetici per discutere sugli obiettivi e le sfide che attendono l’Italia nel percorso per diventare una Net Zero Economy entro il 2050.
La dettagliata presentazione del XVI Rapporto Annuale OIR da parte di Anna Pupino, Coordinatrice dell'Osservatorio OIR, è stata seguita dall'intervento di Nicola Monti, AD di Edison. In seguito, la prima tavola rotonda ha affrontato il tema del ruolo per le utilities nell'obiettivo zero emissioni. Sono intervenuti: Filippo Stefanelli, Presidente di Acea; Stefano Cetti, AD di Acinque; Alessandro Russo, AD di Agsm-Aim; e Giuseppe Bergesio, AD di Iren Energia.
La seconda tavola rotonda, invece, era composta da: Giuseppe Argirò, AD di CVA; Paolo Luigi Merli, AD di ERG; Bernardo Ricci Armani, Country Manager VP Italia di Statkraft; Stefano Granella, AD di Dolomiti Energia; Elvira Foti, Business Development Director di Recurrent Energy; e Fabio Genoese, Responsabile Strategy di Terna. I presenti hanno trattato il tema degli impianti per utility scale, architrave della transizione energetica.
In particolare, durante l'evento, è stato evidenziato come le rinnovabili in Italia crescano, ma per raggiungere la neutralità carbonica è richiesto un profondo cambio di paradigma. Necessaria è un’accelerazione decisa degli investimenti che, al fine di centrare gli obiettivi di Net Zero, dovranno raggiungere la cifra di 1.010 miliardi di euro entro il 2050. Inoltre, bisognerebbe adottare nuove politiche pubbliche che alleggeriscano il peso burocratico dei processi autorizzativi, rimuovendo gli attuali ostacoli normativi e dando così lo slancio decisivo alla transizione energetica del Paese.
“Immaginare una società decarbonizzata significa entrare in un terreno ancora inesplorato, proiettarsi in un mondo completamente nuovo: per questo motivo ci preme sottolineare che, per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2050 c’è bisogno di realismo, ma soprattutto di uno sforzo concreto e condiviso da parte di tutti”, ha dichiarato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici.
“Il nostro studio mostra come le aziende siano pronte a fare la propria parte, ora si attende una risposta a livello politico", ha proseguito Carta. "Sono ancora troppe le lungaggini, le moratorie e i singoli provvedimenti che, spesso in contrasto con lo stesso PNIEC, rallentano e bloccano gli investimenti: accelerare i processi di implementazione è oggi un imperativo non più prorogabile".
“Quando si parla di transizione energetica e di innovazione, è necessario tenere a mente che alla base del processo vi sono degli impianti soggetti naturalmente a obsolescenza. Non è sufficiente investire in una capacità rinnovabile per arrivare ad una Net Zero Society, ma è necessario pianificare e anticipare ad oggi i costi di manutenzione e rinnovo di domani. Al nostro Paese è richiesta una grande lungimiranza per supportare gli operatori nel sostenimento dei costi e garantire, con policy adeguate, una corretta manutenzione degli impianti", ha aggiunto Anna Pupino, Coordinatrice Osservatorio OIR di Agici.
Per condurre l’analisi presentata durante il workshop, Agici ha delineato una roadmap di azioni e investimenti necessari per ridurre le emissioni climalteranti in tre settori chiave non ETS, residenziale, terziario e dei trasporti, il più inquinante tra quelli considerati, approfondendo il ruolo delle FER per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Per analizzare lo stato dell’arte dello sviluppo delle rinnovabili, poi, lo studio ha preso in analisi le strategie di 17 grandi utility italiane ed europee, a cui corrisponde una capacità complessiva installata di 224,8 GW, costituita dal 47% di eolico e dal 34% di idroelettrico, aumentata nel corso del 2023 grazie a 42,6 miliardi di euro di investimenti.
Ma se gli investimenti in FER continuano ad aumentare, a gravare sul loro sviluppo è un aspetto ancora poco considerato, ovvero lo stato dell’arte del parco rinnovabile esistente. Il 70% degli impianti idroelettrici e geotermoelettrici è infatti antecedente al 1980, mentre due terzi degli impianti eolici e fotovoltaici risalgono al periodo 2007-2014. Partendo da una capacità stimata di 83 GW al 2025, al 2050 dovranno essere rinnovati in Italia 73,8 GW con un costo stimato di 48,3 miliardi di euro, destinati prevalentemente ai settori fotovoltaico e idroelettrico.
Dal rapporto emerge chiaramente come la volontà di investire nelle rinnovabili da parte dei principali operatori sia elevata, confermata dalle previsioni di un aumento della capacità FER nel periodo 2023-2030 pari al 63% (+147,6 GW) rispetto a quella installata nel 2023, e di un ammontare di investimenti complessivi che corrisponde a 174,3 miliardi di euro (42 miliardi considerando solo i player italiani).
Tuttavia, osserva Agici, se la volontà e le risorse finanziarie sono considerevoli e tangibili nei piani degli operatori, in Italia i processi burocratici rappresentano un ostacolo ancora troppo vincolante per il definitivo sviluppo delle rinnovabili, nonostante il percorso tracciato dal PNIEC. Una criticità, questa, che trova espressione negli iter approvativi ancora troppo lunghi e complessi e che rischia di scoraggiare gli investimenti.
Un impegno collettivo, conclude il rapporto Agici, è dunque necessario se si vogliono centrare gli obiettivi europei, per cui risulta fondamentale anche il contributo diretto dei cittadini, chiamati a fare la loro parte attraverso comportamenti virtuosi, come l’acquisto di un’auto elettrica o l’attuazione di interventi di efficientamento energetico. Un impegno per tutti gli attori coinvolti che, ancora una volta, pone al centro del dibattito la necessità di policy di incentivazione adeguate, che permettano il superamento dei colli di bottiglia amministrativi.
Le dichiarazioni di Marco Carta, AD di Agici, ai microfoni di Affaritaliani.it
A margine dell'evento, Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici, ha commentato i dati emersi dal confronto: "È emerso un quadro in chiaroscuro: si comprende l'importanza di raggiungere l'obiettivo Net Zero, c'è la volontà di fare investimenti, ma manca una traiettoria chiara da parte della politica e delle istituzioni".
Il commento di Anna Pupino, Coordinatrice Osservatorio OIR di Agici, ad Affaritaliani.it
Anna Pupino, Coordinatrice Osservatorio OIR di Agici, ha sottolineato: "Abbiamo stimato che per raggiungere una Net Zero Economy saranno necessari oltre 1.000 miliardi di euro. Una quota degli investimenti deve essere sostenuta dalle imprese e un'altra dalle famiglie, e questo rappresenta un elemento critico, una forte incertezza sull'effettivo raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione".
L'intervista di Affaritaliani.it a Nicola Monti, AD di Edison
Per Nicola Monti, AD di Edison, gli obiettivi Net Zero "sono obiettivi necessari, però dobbiamo cercare di strutturarci per raggiungerli nel miglior modo possibile, in termini non solo di tempo ma anche di metodo e quindi di competitività del costo delle nostri fonti rinnovabili, che dobbiamo migliorare".
Le parole di Paolo Arrigoni, Presidente di GSE, ai microfoni di Affaritaliani.it
"La decarbonizzazione non è un'opzione, ma una necessità", ha sottolineato Paolo Arrigoni, Presidente di GSE. "Bisogna intervenire con progetti integrati che coinvolgono elettrificazione, efficientamento energetico, sviluppo delle rinnovabili, dell'idrogeno, della cattura e dello stoccaggio della CO2 e, perché no, del nucleare".
Le dichiarazioni di Giuseppe Bergesio, AD di Iren Energia, ad Affaritaliani.it
L'AD di Iren Energia, Giuseppe Bergesio, ha dichiarato: "Iren crede molto nel percorso di transizione energetica in atto e, quindi, all'obiettivo della Net Zero al 2050, che porta a diversi risultati. Il primo è ridurre l'emissione a zero, il secondo è aumentare l'indipendenza energetica dell'Italia annullando il costo marginale nella produzione di energia grazie allo sviluppo delle rinnovabili".
Le parole di Giuseppe Argirò, AD di CVA, ai microfoni di Affaritaliani.it
"La transizione energetica è un processo ineludibile, non solo per il contrasto al cambiamento climatico ma, nel caso dell'Italia, è anche un fattore importantissimo per la prospettiva del Paese perché rappresenta un elemento di sicurezza nazionale di autonomia energetica, oltre che di competitività per il nostro sistema produttivo e per le famiglie", ha commentato Giuseppe Argirò, AD di CVA.
Le dichiarazioni di Paolo Luigi Merli, AD di ERG, ad Affaritaliani.it
Paolo Luigi Merli, AD di ERG, ha dichiarato: "Noi, come Gruppo ERG, abbiamo ribadito l'interesse ad investire in Italia, dove abbiamo importanti pipeline di progetti, la maggior parte di repowering nell'eolico, perché riteniamo che il Paese abbia delle potenzialità molto importanti in termini di disponibilità della risorsa. Quello su cui bisognerebbe ancora lavorare è l'emanazione di decreti per dare visibilità ai prezzi di vendita di questi muovi impianti".
L'intervista di Affaritaliani.it a Bernardo Ricci Armani, Country Manager VP Italia di Statkraft
Alla fine del workshop, Bernardo Ricci Armani, Country Manager VP Italia di Statkraft, ha commentato: "È stato dimostrato che la transizione ha dei benefici sia sulla competitività del Paese, calmierando i prezzi, sia sulla sostenibilità e, quindi, sulla decarbonizzazione. Noi, come Statkraft, facciamo la nostra parte. Abbiamo un piano di sviluppo ambizioso, ma abbiamo bisogno del supporto dell'istituzioni, non tanto per accelerare gli iter quanto per rendere prevedibile la possibilità di fare investimenti in questo Paese".
Il commento di Elvira Foti, Business Development Director di Recurrent Energy, ad Affaritaliani.it
Elvira Foti, Business Development Director di Recurrent Energy, ha sottolineato: "Il mercato italiano si conferma attraente per il Gruppo Recurrent Energy, che sta investendo nello sviluppo di progetti fotovoltaici accumulo con una pipeline di oltre 4GW dislocata su tutto il territorio nazionale". Tuttavia, "senza la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella transizione energetica, quindi non soltanto noi operatori ma anche le istituzioni e il territorio, non sarà possibile raggiungere gli obiettivi prefissati".