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Edison, Ansaldo Nucleare e TEHA Group: presentato lo studio sul nuovo nucleare
Monti (Edison): "Il nuovo nucleare non è solo una risorsa per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050, ma è anche un'occasione di rilancio industriale per il Paese"
Edison, Ansaldo Nucleare e TEHA Group: pubblicato lo studio sul ruolo del nuovo nucleare per il progresso delle imprese
Edison, insieme ad Ansaldo Nucleare e TEHA Group, ha realizzato lo studio dal titolo "Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività". Il progetto è stato presentato sabato scorso in occasione della cinquantesima edizione del Forum "Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” di TEHA.
In un contesto che vede un crescente fabbisogno di energia elettrica decarbonizzata, il nuovo nucleare si propone come soluzione chiave, in ottica complementare con le rinnovabili, per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, per il rafforzamento della sicurezza energetica del Paese e per la competitività del sistema-Paese.
In grado di garantire una fornitura programmabile, modulabile e a costo fisso, il nuovo nucleare agisce da “stabilizzatore sistemico”, abilitando una produzione elettrica decarbonizzata e tecnologicamente indipendente dall’estero, che offre all’Italia e all’Europa l’occasione strategica, se colta da subito, per raccogliersi intorno a un piano industriale e di sviluppo comune, capace di accrescere il proprio Prodotto Interno Lordo.
Design modulare semplificato, sicurezza rafforzata, capacità di combinare produzione elettrica, calore per usi industriali e idrogeno, flessibilità e limitato consumo idrico e di suolo sono alcune delle caratteristiche peculiari che rendono il nuovo nucleare, costituito da Small Modular Reactor e Advanced Modular Reactor, la soluzione ottimale per sostenere il percorso di decarbonizzazione. Essendo una tecnologia complementare alle rinnovabili, permette di ottimizzare i costi di sistema e assicurare un prezzo competitivo per i clienti finali, in particolare quelli energivori.
“Il nuovo nucleare non è soltanto una risorsa preziosa per raggiungere gli obiettivi di transizione energetica al 2050, ma costituisce una vera e propria occasione di rilancio industriale per il Paese, contribuendo a massimizzare la competitività di tutto il sistema. Lo studio condotto dimostra i benefici attivabili dal nuovo nucleare, un settore strategico dove l’Italia ha l’occasione di essere protagonista, se da subito viene definito un piano industriale di medio-lungo periodo per garantire un futuro energetico stabile, sicuro e competitivo per il nostro Paese”, ha commentato Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison.
“Edison ha già mosso alcuni passi concreti per essere pronta, qualora si creassero le condizioni", ha continuato Monti. "Siamo parte della Piattaforma Nazionale per un nucleare sostenibile, voluta dal MASE, e attraverso la sottoscrizione di molteplici intese siamo impegnati con i nostri partner a sviluppare le competenze necessarie e a individuare le soluzioni appropriate per l’adozione delle nuove tecnologie nucleari a beneficio degli obiettivi di decarbonizzazione e di sostenibilità economica e sociale per il sistema-Paese”.
“Per l’Italia si riapre una nuova riflessione sul ruolo benefico che le nuove tecnologie nucleari disponibili o in via di sviluppo possono giocare nel mix energetico italiano, integrando le energie rinnovabili e assicurando la continuità e la sicurezza della fornitura elettrica", ha commentato Daniela Gentile, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare.
"Con grande resilienza numerose aziende italiane, non solo il nostro Gruppo, hanno mantenuto e sviluppato capacità nel settore nucleare ed hanno ora l'opportunità di divenire protagoniste nello sviluppo del nuovo nucleare nel più ampio mercato europeo e internazionale e supportare la fondamentale azione di informazione trasparente a tutti i livelli, per creare un ampio consenso sul quale fare affidamento per sviluppare un affidabile programma nazionale", ha aggiunto Gentile.
“L'Europa e l'Italia si trovano oggi in un momento decisivo per il futuro energetico, in cui le decisioni sulle politiche da implementare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 determineranno non solo la rapidità con cui questi obiettivi verranno raggiunti, ma anche la competitività della nostra economia e la sicurezza strategica del Paese", ha dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group.
“In questa congiuntura storica, lo sviluppo del nuovo nucleare porta con sé molteplici caratteristiche peculiari rispetto alla tecnologia tradizionale che si rivelano particolarmente funzionali per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2050 in una logica di integrazione ottimale con lo sviluppo delle rinnovabili", ha proseguito De Molli. "Il tutto, inoltre, valorizzando una filiera industriale su cui l’Italia può vantare eccellenze assolute e che potrebbe mobilitare fino a 50 miliardi di euro di valore aggiunto grazie allo sviluppo del nuovo nucleare in Italia”.
“Molteplici sono le sfide cui oggi siamo chiamati a rispondere: la dipendenza dai fossili, responsabili del cambiamento climatico e dell'inquinamento atmosferico, i fenomeni geopolitici, la vulnerabilità e la crescente domanda di energia elettrica, alimentata soprattutto dall’avvento di tecnologie disruptive come Intelligenza Artificiale, High Performance Computing, Cloud e Data Center", ha commentato Ferruccio Resta, Professore del Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Bruno Kessler; Presidente del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile.
"Di fronte a uno scenario così complesso, l’Europa sta ripensando al proprio modello energetico, alla ricerca di soluzioni sicure, affidabili e con una ridotta impronta carbonica, e l’Italia non può permettersi di rimanere esclusa. In questo contesto, emerge come potenziale elemento di svolta una fonte di energia che, in realtà, conosciamo da quasi un secolo: il nucleare", ha concluso Resta.
Il nuovo nucleare sta vivendo una fase di espansione globale con 61 nuovi reattori in costruzione e oltre 80 progetti in via di sviluppo, confermandosi un pilastro cruciale per il mix energetico mondiale. Nonostante il calo della sua incidenza in Europa, l'energia nucleare rimane la principale fonte di generazione elettrica nell'Unione Europea, coprendo il 22% del fabbisogno.
L’Europa ha adottato misure per incentivare il nuovo nucleare, inserendolo nel Net Zero Industry Act e promuovendo iniziative come l’European Industrial Alliance sugli SMR, con l’obiettivo di sviluppare reattori modulari che promettono maggiore sicurezza, costi ridotti, flessibilità e un impatto ambientale limitato. Questi sviluppi rendono il nucleare una fonte energetica sicura e affidabile, capace di migliorare l’autonomia strategica e di stabilizzare i prezzi dell’energia.
L’Italia, grazie a una filiera specializzata con 70 aziende attive e un sistema di ricerca avanzato, è ben posizionata per trarre vantaggio dal nuovo nucleare. Il settore, nonostante l’abbandono della produzione elettrica da nucleare nel Paese, ha generato un valore di 457 milioni di euro nel 2022 e ha sostenuto circa 2.800 posti di lavoro.
Secondo le stime, il nuovo nucleare potrebbe coprire fino al 10% della domanda elettrica italiana entro il 2050, creando un mercato potenziale di 46 miliardi di euro e un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro. Gli investimenti nel nucleare potrebbero avere un impatto economico complessivo di oltre 50 miliardi di euro entro il 2050, contribuendo al PIL nazionale e generando fino a 117.000 nuovi posti di lavoro, rafforzando la competitività dell’Italia nel panorama internazionale.
Lo Studio ha individuato le principali leve di sviluppo e i fattori abilitanti per promuovere il nuovo nucleare in Italia, massimizzando i benefici per il sistema-Paese e valorizzando la filiera industriale e la ricerca. Tra le leve di sviluppo si evidenziano: il potenziamento della supply chain e delle competenze attraverso un piano industriale a medio-lungo termine che sostenga l’innovazione e la capacità produttiva delle aziende italiane; la definizione di un piano per lo sviluppo delle competenze professionali necessarie; modalità di finanziamento innovative con garanzie sui prestiti e meccanismi di stabilizzazione dei prezzi dell’energia; e una semplificazione dei processi di licensing e permitting, includendo l'armonizzazione degli standard di sicurezza europei e la partecipazione a iniziative di pre-licensing, con l’obiettivo di ridurre tempi e costi di realizzazione dei nuovi impianti nucleari.
I fattori abilitanti individuati includono la creazione di un framework regolatorio con l’istituzione di una NEPIO, incaricata di valutare le infrastrutture necessarie per un programma nucleare nazionale e di fornire al Governo indicazioni per il loro sviluppo. Inoltre, è essenziale la realizzazione del Deposito Unico Nazionale per lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi, accompagnato da incentivi per i territori ospitanti. Per garantire il successo del nuovo nucleare, è cruciale sviluppare una cultura del consenso attraverso un programma di comunicazione rivolto ai cittadini, volto a informare sui benefici e le differenze tra il nuovo nucleare e le tecnologie di generazione passata, promuovendo una maggiore accettazione sociale dei progetti nucleari.