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Intesa Sanpaolo: il settore del mobile resiste alla crisi meglio del manifatturiero nel 2024
Trenti (Intesa Sanpaolo): "La propensione all’export del settore del mobile si confermerà elevata, collocandosi attorno al 45% nell’orizzonte del 2025"

Intesa Sanpaolo: presentato lo studio sul settore del mobile, nel 2024 ha resistito meglio del manifatturiero e guarda con fiducia al 2025
Nonostante le sfide del contesto economico globale, il settore del mobile italiano ha dimostrato una sorprendente capacità di resilienza nel 2024, superando in tenuta il comparto manifatturiero nel suo complesso. È quanto emerge da un’analisi condotta dal Research Department di Intesa Sanpaolo, diffusa in occasione del Salone del Mobile.
Secondo i dati Istat, le imprese del mobile hanno registrato un calo del fatturato dell’1,2% a prezzi correnti, un risultato nettamente migliore rispetto alla flessione del -3,4% segnata dal manifatturiero (escludendo i prodotti petroliferi). Un dato che riflette la capacità del comparto di assorbire gli shock del mercato, anche grazie al sostegno indiretto derivante dagli incentivi fiscali legati alle ristrutturazioni edilizie, che hanno continuato a supportare la domanda interna, in lieve contrazione dello 0,8%.
Sul fronte estero, le esportazioni hanno segnato un calo contenuto del -2,6%, con performance molto eterogenee: gli Stati Uniti si confermano un mercato strategico (+1,2%), salendo al secondo posto tra le destinazioni, davanti alla Germania (in netto calo: -7,9%) ma dietro alla Francia. Straordinari i risultati nei mercati del Medio Oriente, con gli Emirati Arabi Uniti (+23,4%) e l’Arabia Saudita (+18,5%) ormai stabilmente nella top 15 dei mercati di destinazione del mobile Made in Italy.
A sostenere il posizionamento del comparto sui mercati internazionali è la fascia alta della produzione, dove le imprese italiane vantano una quota del 10% dell’export mondiale per i prodotti di design a prezzo elevato, a fronte di un più modesto 4,7% nella fascia medio-bassa. Questo successo si fonda sulla solidità delle filiere produttive territoriali, basate su competenze artigianali tramandate nel tempo e un’eccellenza estetica che ha reso il design italiano un punto di riferimento globale.
L’Italia, infatti, è il primo Paese europeo per fatturato nel design specializzato: 6,3 miliardi di euro, pari al 16,4% del totale UE27, con quasi 70 mila addetti – il 20% della forza lavoro del settore a livello continentale.
Per il 2025, Intesa Sanpaolo prevede un contesto di cauto ottimismo, trainato da una possibile ripresa dei consumi nell’Eurozona, favorita dalla discesa dell’inflazione e dal taglio dei tassi di interesse. Tuttavia, permangono significativi rischi al ribasso, tra cui le incertezze legate alla politica commerciale statunitense: l’ipotesi di nuovi dazi (fino al 20%) potrebbe colpire in particolare i mobili imbottiti (-2,8%) e per ufficio (-1,5%), anche se la qualità del Made in Italy e la capacità di adattamento delle imprese italiane potrebbero attenuare l’impatto.
Parallelamente, le aziende si stanno già muovendo per diversificare le rotte commerciali. Una recente indagine condotta da Intesa Sanpaolo attraverso la sua rete di specialisti per l’internazionalizzazione ha evidenziato un crescente interesse verso nuovi mercati come India e Nord Africa, aree viste come promettenti alternative di sbocco.
Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo: “Nonostante un quadro commerciale meno prevedibile, i mercati internazionali continueranno, infatti, a svolgere un ruolo chiave per la crescita dell’industria italiana dell’arredamento. La propensione all’export del settore del mobile si confermerà infatti elevata, collocandosi attorno al 45% nell’orizzonte del 2025, per un valore delle esportazioni che potrà raggiungere i 11,7 miliardi di euro (sostanzialmente in linea con il 2024). Si manterrà ampiamente positivo anche il saldo commerciale, che nel 2025 si attesterà a 8,6 miliardi, in forte crescita sul 2019 (+ 744 milioni euro)”.