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Italia Genera Futuro 2021: le 1000 aziende Champions a €85mld di fatturato complessivo

Italia Genera Futuro 2021: celebrate le 1000 aziende “Champions” con migliori performance secondo l’analisi de L’Economia e ItalyPost, nel giorno del quarto anniversario de L’Economia.

Dall’analisi 2021 de L’Economia del Corriere della Sera e ItalyPost sono 1000 le aziende Champions, con fatturati compresi tra i 20 e i 500 milioni di euro, che sono state celebrate nell’evento ospitato dalla Borsa Italiana: Italia Genera Futuro. Un evento ibrido per celebrare la resilienza e la ripartenza delle aziende Champions che rientrano nell’analisi de L’Economia e ItalyPost sulle imprese con le migliori performance. In occasione del quarto compleanno dell’inserto L’Economia del Corriere, celebrato anche con un numero speciale, sono state raccontate le storie resilienti delle aziende “Champions”, come hanno resisitito alla pandemia e quali basi hanno posto per la ripartenza e per lasciarsi alle spalle velocemente quest’anno e mezzo di crisi. Un dato importante è il fatturato complessivo delle 1000 aziende Champions che, seconod l'analisi, si attesta intorno agli 85 miliardi di euro.

Ad aprire la mattinata il Ministro per l’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, Vittorio Colao che ha illustrato il piano di ripartenza e incoraggiato le aziende italiane a ripartire velocemente anche grazie ai 20 miliardi di euro di sostegni dedicati alle aziende. “Il decreto di ieri è un decreto di accompagnamento al rilancio. L’Italia ha fatto molto bene nel 2020, c’è stata la solita reazione meravigliosa. Abbiamo reintrodotto innovazione commerciale e tecnologica molto in fretta” ha spiegato il Ministro – Colgo l’occasione per fare i complimenti alle 1000 imprese, siamo orgogliosi di questi risultati. Vorrei ricordare che c’è l’innovazione fondamentale, quella struttrale, e non dobbiamo perdere questa occasione. Rendiamo questa innovazione e digitalizzazione strutturale, investendo sulle cose più a lungo termine come le persone, l’innovazione di processo e l’innovazione di prodotto. Con il governo abbiamo in mente 3 pilastri per aiutare il Paese e le imprese ad innovare: investimenti abilitanti: le reti, la digitalizzazione della PA, l’investimento in sanità; le competenze, abbiamo investimenti sul miglioramento delle competenze tecniche e scientifiche di tutta la filiera: assumete giovani qualificati; il terzo è il tema delle riforme, stiamo lavorando al tema delle semplificazioni, rendere i processi autorizzativi più semplici, rapidi e amichevoli nei confornti degli attori economici”

In Borsa, è intervenuto anche Raffaele Jerusalmi, Amministratore Delegato, Borsa Italiana che ha spiegato nel suo intervento introduttivo: “Per noi è un grande piacere poter ospitare il quarto compleanno del Corriere Economia, ricordo ancora quando il 10 marzo del 2017 avevamo fatto l’esordio e ricordo che eravamo grandi promotori del progetto. Credo che oggi quello che ci troveremo a scoprire sono delle storie straordinarie di imprenditori italiani che hanno avuto grande successo, come Borsa Italiana abbiamo lo scopo di aiutare le imprese a finanziarsi, lo abbiamo fatto in tutti questi anni creando delle soluzioni molto innovative come è stata la piattaforma Elite che tutti poi hanno ripreso in giro per il mondo. Siamo stati i primi a creare una piattaforma digitale per imprese non quotate, oggi abbiamo più di 1500 aziende che fanno parte della piattaforma, il successo è stato talmente grande che hanno esportato il modello in tutto il mondo, abbiamo più di 40 paesi rappresentati in questa piattaforma, dove circa 800 aziende sono italiane.  Anche questa è una storia di grande successo che denota che le esigenze e le necessità che aiutano le imprese a svilupparsi e internazionalizzarsi sono simili in tanti paesi. In Italia abbiamo la fortuna di avere un tessuto imprenditoriale molto vivace e molto numeroso. Dobbiamo essere ottimisti sulle opportunità uniche che oggi abbiamo, abbiamo per la prima volta a disposizione degli importi rilevanti da investire con obiettivi di medio termine che ci permette di fare un po’ più di programmazione. Credo sia un’opportunità che non va persa e che è irripetibile per certi aspetti. Dobbiamo concorrere tutti a questo sforzo, pubblico e privato insieme, perché è l’unico modo per garantire di avere dei risultati e un grande successo come quello che ci possiamo meritare con le nostre capacità.”

Tra gli altri ospiti, Giampiero Maioli, Responsabile del Crédit Agricole in Italia , Domenico Fumagalli, senior partner di Kpmg in Italia, e  Nicola Monti, CEO di Edison.

Ampio spazio hanno avurto le imprese eccellenti come il case history di Pagani Automobili, con il CEO Horacio Pagani, Deborah Zani di Rubner Haus; Manifattura Valcismon con l’AD Alessio Cremonese. Sul palco de L’Economia hanno parlato dei loro esempi anche Beatrice Marinello di Famar, Gilda D’Incerti di  PQE Group, Cristina Fogazzi, fondatrice di Veralab e Antimo Caputo di Mulino Caputo.

Italia Genera Futuro 2021, l’esempio di Edison, il CEO Nicola Monti: “Per avere successo nel lungo termine bisogna essere sostenibili su tutti i punti di vista”

Nicola Monti, Amministratore Delegato Edison ha affermato nel suo intervento: “I numeri sui 1000 campioni sembrano sorprendenti, ma non sorprendono. Abbiamo delle eccellenze soprattutto nelle PMI italiane, questo lo vediamo e gli stessi studi li facciamo con la fondazione di studi economici di Edison. Ne emergono dei settori in cui abbiamo delle leadership a livello mondiale. Negli ultimi anni abbiamo visto che l’industria ha fatto un’evoluzione, se parliamo in termini di energia, rapportando l’intensità energetica del 1990 a quella del 2019 il comparto dell’industria italiana ha ridotto del 40% l’intensità energetica: consumi energetici per PIL generato. L’industria sana ha già fatto un processo di investimento sull’efficientemento molto importante. Oggi con i circa €15 mld all’interno del PNRR che si possono identificare come legati al modo degli interventi di efficienza energetica c’è ancora un passo da fare, questi 15 mld si possono declinare anche in interventi che riguardano l’utilizzo degli strumenti digitali in tutti i processi. È un’industria sana, è viva e dà energia.”

“La sostenibilità è entrata nel linguaggio comune delle aziende e si declina su tanti aspetti: sociali, di governance e ambientali– continua l’AD di Edison, Nicola Monti – Per avere successo nel lungo termine bisogna essere sostenibili su tutti i punti di vista. L’impatto del consumo energetico rispetto alle emissioni sta diventando oggi un altro elemento molto importante. Ci sarà una Cop26 sul clima quest’anno che sarà coorganizzata dall’Italia in quanto paese organizzatore del G20 e dall’Inghilterra, si terrà a Glasgow, che è la continuità di una serie di impegni che il paese ha preso nella precedente Cop a Parigi di 5 anni fa. Abbiamo avuto un momento di discontinuità che ha dato l’amministrazione americana precedente nel volersi discostare da questi temi. L’obiettivo che si era dato la Cop di Parigi era ridurre le emissioni in modo tale che l’effetto sul clima potesse contenere l’aumento di temperatura intorno a 1,5°. Le emissioni di CO2 purtroppo hanno bisogno di tantissimi anni per essere smaltite, questo genera un effetto serra e noi oggi continuiamo ad emettere nel mondo più di quanto siamo in grado di assorbire. Decisamente le industrie si stanno orientando nel risparmio energetico e soprattutto in un modo intelligente di consumare energia in modo che sia meno emissiva nei confronti dei gas serra. Questo va declinato nella piccola media industria. Il consumatore privato deve assumere un ruolo più attivo e intelligente nel modo in cui si confronta con l’energia, non essere solo un consumatore ama anche un produttore, questo da dei vantaggi anche economici perché l’energia in eccesso viene scambiata con la rete con dei prezzi incentivati, ci sono degli strumenti che permettono di incentivare il modo con cui si consuma energia: parliamo dell’efficienza degli edifici, oggi abbiamo un sistema di eco bonus che verrà declinato anche negli interventi di efficientamento sulla PA. C’è tanto da fare perché l’industria emette circa il 20% delle emissioni globali, quindi anche l’industria deve prepararsi a giocare un ruolo intelligente e consapevole su come consumare energia e come essere un attore di questo cambiamento.”

 

 

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