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Snam, parte oggi la prima fase di test della FSRU Golar Tundra

di Redazione Corporate

Venier (Snam): "Un progetto complesso e innovativo ma non insolito per Snam, che da 80 anni garantisce le infrastrutture energetiche del Paese"

I test

I test avranno inizio con il collegamento e raffreddamento (“cooldown”) dei tubi flessibili che collegano la metaniera alla FSRU con conseguente trasferimento di circa 70mila metri cubi di GNL (su un totale di 170mila) nei serbatoi della Golar Tundra. La fase successiva dei test prevede l’avvio delle fasi di prova della rigassificazione (“commissioning”), che comporterà la messa a punto degli impianti e sistemi necessari, con invio di parte del gas in rete, attraverso la nuova condotta fino al punto di entrata nella rete nazionale.

A distanza di circa un paio di settimane, la nave metaniera tornerà in Porto per essere nuovamente ormeggiata alla Golar Tundra, per effettuare la seconda discarica per i rimanenti 90mila metri cubi di GNL. La fase finale di test prevede la verifica delle performance a diversi profili di rigassificazione (“Acceptance Test”).

Il 90% del carico verrà immesso in rete per alimentare i consumi nazionali mentre il restante 10% servirà per garantire l’operabilità della nave. Durante il periodo dei test, saranno impegnate un centinaio di persone tra equipaggi e personale a terra. In futuro, si prevede che il personale addetto al rigassificatore sarà di una sessantina di persone di cui circa 40 di equipaggio.

Il cantiere

Nel cantiere, nella fase di picco, hanno operato 450 persone, tra appalto e subappalti, con quaranta addetti dedicati alla direzione dei lavori; 21 le ditte subappaltatrici (3 della provincia di Livorno e 7 della Toscana) e 147 i fornitori, di cui 27 del livornese e 35 toscani. Più di 300 lavoratori hanno risieduto in zona nel periodo di trasferta. Sono state investite oltre 300mila ore di lavoro per assicurare il massimo degli standard in termini di sicurezza e performance della nave.

I lavori per l’adeguamento della banchina di ormeggio e della linea di collegamento alla Rete Nazionale hanno comportato la messa in opera di circa 17mila metri di tubazioni di vario diametro, il getto di circa 3.000 metri cubi di calcestruzzo, la costruzione di oltre 250 tonnellate di carpenteria metallica, l’installazione di quasi 180 km di cavi elettrici e di strumentazione, la realizzazione dell’attraversamento in sotterraneo del braccio di mare tra la banchina e la zona Ponte D’Oro per una lunghezza di circa 1.320 metri, evitando così ogni interferenza con i fondali marini, e che si pone come la più lunga trivellazione eseguita in Europa con una condotta di 1.200 mm di diametro mediante metodologia Direct Pipe.    

Gas naturale liquido

Dall’inizio dell’emergenza gas resa più acuta dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, il GNL ha assunto un ruolo sempre più centrale. Nel 2022, il gas importato sotto forma di GNL ha rappresentato il 18,8% del gas immesso nella rete nazionale mentre da inizio del 2023 ne rappresenta il 24,3% circa.

In Italia esistono già tre rigassificatori, il primo dei quali, di proprietà di Snam, è attivo dai primi anni ’70 a Panigaglia, in provincia di La Spezia, ha una capacità di rigassificazione di 3,5 miliardi di metri cubi l’anno. Al largo di Livorno c’è OLT (ha come azionisti Snam e Igneo Infrastructure Partners) con una capacità di rigassificazione di 3,7 miliardi di metri cubi di gas all’anno, che potrà arrivare a circa 5 miliardi di metri cubi a partire dal 2024. Il più grande si trova a Porto Viro, Rovigo (ExxonMobil, Qatar Energy e Snam), con una capacità di rigassificazione di 9 miliardi di metri cubi l’anno.

Infine, Snam metterà in funzione un altro rigassificatore galleggiante, la nave BW Singapore, gemella della Golar Tundra che sarà ormeggiata su una piattaforma offshore al largo di Ravenna, con una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi all’anno che entrerà in funzione alla fine del 2024.