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WEF, Snam e il futuro dell’energia: diversificazione, giustizia climatica e resilienza
De Virgiliis (Snam): "Diversificazione essenziale per mitigare la volatilità dei prezzi. C'è più di una sola just transition"
Snam: le dichiarazioni della Presidente Monica de Virgiliis al Women Economic Forum
“Il termine Just Transition ha più accezioni: per i Paesi ad alto reddito il focus è jobs e tecnologia, mentre per gli altri, le cosiddette developing economies, il focus è la condivisione equa dei costi di transizione, ma ancor più di adattamento”: queste le parole della Presidente di Snam Monica de Virgiliis, intervenuta a Roma all’evento annuale del Women Economic Forum, che per questa edizione – intitolata “Leading the way: Women in the Fabric of Contemporary Society” – è stato ospitato nella cornice della Luiss Guido Carli.
Portando il proprio punto di vista al panel “Climate Justice: bridging the gap between policy and action”, de Virgiliis ha sottolineato la centralità del trilemma energetico (dato dal bilanciamento fra sostenibilità ambientale, disponibilità fisica e competitività delle forniture energetiche), il ruolo del gas (complementare a quello degli elettroni) e l'impegno profuso da Snam per l'equilibrio del sistema energetico, in particolare rispetto agli investimenti e alle iniziative portate avanti in tema di diversificazione.
"Diversificazione delle rotte di approvvigionamento", ha precisato de Virgiliis, "ma anche degli stessi vettori energetici, con particolare riferimento al gas naturale liquefatto e, più in prospettiva, alle molecole verdi come biometano e idrogeno". Citato, in questo senso, il progetto del South2 Corridor, per portare l'idrogeno verde prodotto a basso costo in Nordafrica verso Italia ed Europa. "Sono fronti d'azione che nel loro insieme concorrono a mitigare la volatilità del mercato e dei prezzi della commodity, dato che il costo della componente trasporto è inferiore al 5% della bolletta e dunque non è molto significativo".
La Presidente di Snam ha evidenziato come il Gruppo operi anche nell'interesse dell'Europa, avendo potenziato la capacità di export in aiuto di quei Paesi più esposti al venir meno delle forniture di gas provenienti dalla Russia.
"L'Italia si è già sufficientemente affrancata dal metano di Mosca passando dal 33% (29 miliardi di metri cubi) degli approvvigionamenti del 2021 al 5% circa (3 miliardi di metri cubi) nel 2023. Lo abbiamo reso possibile abilitando l'incremento dei flussi da Norvegia, Algeria e Azerbaijan (centrale il ruolo del TAP) e infrastrutturando il Paese al punto da far salire la quota di Gnl, che può arrivare da una pluralità di posti nel mondo (USA in primis), dall'11% degli approvvigionamenti nel 2021 al 23-25% del 2023 e del 2024, percentuale che potrebbe salire fino al 40% con l'entrata in esercizio del rigassificatore di Ravenna attesa per i primi giorni di aprile del 2025. Ma sono importanti anche le pipeline, perché il Gnl ci espone a un mercato globale rispetto alle cui oscillazioni dobbiamo farci trovare pronti", ha spiegato de Virgiliis.
La Presidente di Snam ha poi rivolto lo sguardo al futuro, ricordando l'impegno di Snam in termini di asset health e asset resilience: "parliamo di un sistema multi-molecola che avrà alti tassi di impiego anche nel 2040 e nel 2050, con riflessi positivi non soltanto sulla transizione ma anche sui costi, in ragione degli investimenti che per allora saranno già ammortizzati".
"Snam", ha aggiunto de Virgiliis, "è impegnata anche a fare in modo che la propria capillare presenza nel Paese diventi anche un presidio a tutela di natura ed ecosistemi, tema sempre più centrale anche per i riflessi negativi sul PIL mondiale dovuti già oggi alla perdita complessiva di biodiversità".