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Economia
Pensioni, flat tax e tregua fiscale: la rivoluzione copernicana di Meloni
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti

Per affrontare l'impasse economico, la neo premier Meloni mette quindi sul tavolo una vera e propria “rivoluzione copernicana”, da cui "dovrà nascere un nuovo patto fiscale", che poggerà su tre pilastri. Il primo: ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie attraverso una riforma all'insegna dell'equità: "con la progressiva introduzione del quoziente familiare l'estensione della tassa piatta per le partite Iva dagli attuali 65 mila euro a 100 mila euro di fatturato. E, accanto a questa, introduzione della tassa piatta sull'incremento di reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente".

"Si tratta", ha spiegato Meloni, di "una misura virtuosa, con limitato impatto per le casse dello Stato e che può essere un forte incentivo alla crescita. Il secondo: una tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese (in particolare alle Pmi) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. Il terzo: una serrata lotta all'evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull'Iva) con una vera lotta all'evasione e non caccia al gettito", "accompagnata da una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora".

"Imprese e lavoratori chiedono da tempo, come priorità non rinviabile, la riduzione del cuneo fiscale e contributivo. L'eccessivo carico fiscale sul lavoro è uno dei principali ostacoli alla creazione di nuova occupazione e alla competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. L'obiettivo che ci diamo è intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori, per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi", ha aggiunto Meloni. "E per incentivare le aziende ad assumere abbiamo in mente un meccanismo fiscale che premi le attività ad alta densità di lavoro. 'Più assumi, meno paghi', lo abbiamo sintetizzato, ma ovviamente questo non deve far venire meno il necessario sostegno all'innovazione tecnologica", ha sottolineato Meloni. 

Giorgia Meloni  alla Camera e il capitolo sulle pensioni 

Ma non solo tregua fiscale. Altro fronte importante da aprire e riformare entro la fine dell'anno, prima del tanto angosciato ritorno alla legge Fornero, è quello delle pensioni. "Tutele adeguate vanno riconosciute anche a chi dopo una vita di lavoro va in pensione o vorrebbe andarci", ha subito ribadito la neo premier. E questo come? "Intendiamo facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale, partendo, nel poco tempo a disposizione per la prossima legge di bilancio, dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno", ha spiegato Meloni. "La priorità per il futuro sarà un sistema pensionistico che garantisca anche le giovani generazioni e chi percepirà l'assegno solo in base al regime contributivo", ha quindi sottolineato, mettendo in guardia rispetto a "una bomba sociale che continuiamo a ignorare ma che investirà in futuro milioni di attuali lavoratori, che si ritroveranno con assegni addirittura molto più bassi di quelli già inadeguati che si percepiscono attualmente".

Meloni alla Camera nel giorno della fiducia,  la stoccata sul Rdc  al Movimento Cinque Stelle 

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