Economia
L'Italia è un paese di vecchi: più morti che nati. Nel 2051 si andrà in pensione a 70 anni
Secondo le stime Istat, nel 2024, le nascite sono state circa 210mila, oltre 4mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2023
Istat, più decessi che nascite, saldo fortemente negativo
L'Italia è un Paese vecchio. Non è una notizia, ma un dato di fatto evidenziato da Istat. Lo scenario demografico che emerge dai dati provvisori relativi ai primi sette mesi del 2024 "non presenta inversioni di tendenza rispetto al recente passato e vede anzi amplificati gli effetti del processo demografico in corso. Le nascite sono state circa 210mila, oltre 4mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2023; scendono anche i decessi, nei primi sette mesi dell’anno in corso pari a 372mila contro i 389mila dell’anno precedente (-17mila). Il deficit naturale (ossia il saldo fra nascite e decessi) migliora leggermente rispetto al 2023 ma rimane in ogni caso fortemente negativo (-163mila, contro -174mila dell’anno precedente)", spiega.
Sul versante dei flussi migratori internazionali crescono sia gli ingressi sia le uscite. Si riscontrano, infatti, 253mila ingressi (+10mila rispetto ai primi sette mesi 2023) e 106mila uscite (+16mila). Ne consegue, per il momento, un saldo migratorio con l’estero ampiamente positivo (+147mila) e di 6mila unità inferiore a quello registrato nello stesso periodo del 2023. Il risultato di tali dinamiche è una popolazione poco inferiore ai 59 milioni di abitanti, che a fine luglio perde ulteriori 15mila residenti rispetto all’inizio dell’anno. Anche negli scenari di natalità e mortalità più favorevoli il numero di nascite non potrà comunque compensare quello dei decessi. Così il presidente Istat Francesco Chelli durante l'audizione sul Psb davanti alle commissioni Bilancio riunite della Camera e del Senato. "Nel 2030, lo scenario mediano contempla un saldo naturale pari a -322mila unità, che a sua volta diverrebbe pari a -284mila nell’ipotesi più favorevole, un valore comunque fortemente negativo", rileva.
Manovra, in pensione a 69 anni e 6 mesi dal 2051 a legislazione vigente
Sul versante previdenziale "le ipotesi sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni contemplate nello scenario mediano presagiscono una crescita importante, a legislazione vigente, dell’età al pensionamento. Rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi a decorrere dal 2031, per arrivare a 69 e 6 mesi dal 2051".
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In rialzo coppie senza figli e genitori single
Prosegue anche il calo delle coppie con figli. Secondo l'Istat per effetto della prolungata bassa fecondità degli ultimi decenni, nonché sulla base delle ipotesi considerate nello scenario mediano, si prevede una prosecuzione della diminuzione delle coppie con figli. Tale tipologia familiare, che oggi contabilizza 7,7 milioni di famiglie (circa il 30%), nel 2031 potrebbe scendere a 7,2 milioni (27%). Parallelamente si prevede un aumento delle coppie senza figli: da 5,3 milioni nel 2024 a 5,6 milioni nel 2031. La loro quota sul totale delle famiglie crescerebbe così dal 20,3% al 21,1%. Nello stesso arco temporale la crescente instabilità coniugale comporterà, infine, anche un aumento più contenuto di famiglie composte da un genitore solo, che passeranno da 2,8 milioni (il 10,6% del totale) a 2,9 milioni (10,8%). In futuro, rileva l'Istat, si prevedono quindi famiglie sempre più piccole e caratterizzate da una maggiore frammentazione, il cui numero medio di componenti scenderà dalle attuali 2,25 persone per famiglia a 2,18 nel 2031.