Economia

Pensioni, Opzione donna ancora in alto mare: spunta una nuova ipotesi. Novità

Si scalda di nuovo il capitolo pensioni: maggioranza e governo stanno ancora ragionando sulla possibilità di modificare Opzione donna

Il bacino infatti di chi potrebbe potenzialmente beneficiare dell'uscita anticipata è di solo 2.900 lavoratrici per un costo di 20,8 milioni contro i 110 milioni della proroga “secca” decisa lo scorso anno dall’esecutivo Draghi lasciando invariato lo schema di pensionamento: 58 anni d’età (59 per le ”autonome”) e 35 di contributi. Ora quindi sul tavolo del governo spunterebbe una nuova ipotesi: una proroga secca ma per soli sei o otto mesi, in attesa della definizione della riforma complessiva della previdenza.

Pensioni Opzione donna, le reazioni politiche 

Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore già lunedì 5 dicembre dovrebbe essere fatto un primo punto tra maggioranza e governo sulla possibilità di modificare Opzione donna. Per il Pd, come ha sottolineato Debora Serracchiani, quella decisa dal governo è "una stretta miope. Un passo indietro a cui ci opporremo con forza". Anche per  pià Europa Opzione donna, in tale termini, è "discriminatoria e incostituzionale".

Ilaria Donatio, coordinatrice della scuola politica sulla parità di genere di Più Europa, ha dichiarato: "Il balletto del governo, un passo avanti e due indietro, prosegue senza sosta. L'ennesima retromarcia annunciata riguarda 'Opzione donna' che disciplina la pensione anticipata da parte delle donne. Possibile che nella stesura del testo originario nessuno tra i tecnici a disposizione dell'esecutivo abbia eccepito ciò che è evidente a tutti? E cioè che si tratta di una norma che attribuisce un valore maggiore alle donne che hanno procreato rispetto alle altre è palesemente discriminatoria e dunque incostituzionale". Anche al ministro del Lavoro, Marina Calderone, non dispiacerebbe tornare appunto a una "proroga secca", per un arco limitato di tempo, in attesa di una nuova riforma complessiva.