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Economia
Petrolio, accordo tra paesi Opec+: taglio di un milione di barili. Su i prezzi

Petrolio, i 13 dell'Opec+ trovano l'intesa sul taglio della produzione. E i prezzi salgono 

Dopo un rinvio della riunione a causa di persistenti dissapori, i Paesi OPEC+ si avviano verso un accordo per un'ulteriore riduzione delle quote di produzione, con un obiettivo: arrestare il recente calo dei prezzi del petrolio. I 13 ministri dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC), guidati da Riyadh, e i loro dieci alleati, guidati da Mosca, hanno concordato di "tagliare ulteriormente la produzione tra i 600.000 e il milione di barili al giorno. La cifra finale deve ancora essere definita, bisogna attendere i termini tecnici per affinare l'accordo.

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Contemporaneamente, l'Arabia Saudita dovrebbe estendere la sua riduzione volontaria di un milione di barili al giorno oltre il 2023. L'accordo e' piaciuto ai mercati: il Brent ha oltrepassato gli 84 dollari al barile e il Wti si avvicina ai 76 dollari. I negoziati sono stati intensi negli ultimi giorni, con l'Arabia Saudita, che ha cercato di convincere i paesi africani a condividere l'onere del taglio di produzione. Tra i Paesi che si erano opposti c'erano l'Angola e la Nigeria, chiaramente desiderosi di aumentare le loro entrate petrolifere, fonte di preziosa valuta estera. Questi due Paesi non hanno digerito le conclusioni dell'ultimo incontro, a giugno, che ha stabilito una riduzione dei loro obiettivi di produzione. Al contrario, gli Emirati Arabi Uniti erano stati autorizzati ad aprire ulteriormente il rubinetto del greggio, vista la loro grande capacita' di riserva. Altra novita' e' che il Brasile entrera' nel gruppo a partire dall'anno prossimo. 

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Attraverso questa strategia di tagli, l'Opec+ punta alla scarsita' dell'offerta nel tentativo di rilanciare i prezzi, minati dall'incertezza economica e dagli alti tassi di interesse. Durante la pandemia, l'Alleanza tagliò inizialmente circa 2 milioni di barili. Poi, lo scorso maggio, nove membri, tra cui i sauditi e i russi, hanno annunciato a sorpresa tagli volontari per un totale di 1,6 milioni di barili al giorno. E in quello che il ministro dell'Energia del regno, il principe Abdelaziz ben Salmane, ha definito un "trattamento saudita", un mese dopo Riyadh ha chiuso i rubinetti di un altro milione di barili, una decisione seguita in misura minore dalla Russia.

Nonostante questi annunci, i prezzi di entrambi i benchmark del greggio sono crollati nelle ultime settimane, pur rimanendo al di sopra della media degli ultimi cinque anni. La domanda appare fragile, tra le preoccupazioni per l'economia della Cina, il piu' grande importatore di greggio al mondo, la cui ripresa post-Covid 19 si sta rivelando molto piu' lenta del previsto, e segnali contrastanti da Europa e Stati Uniti. Sul fronte dell'offerta, la produzione di greggio negli Stati Uniti e in Brasile ha raggiunto livelli record, innescando un cambiamento nei rapporti di forza. 

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