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Economia
Pil, nel secondo trimestre l'Italia frena: -0,3%. Più 0,6% sull'anno
(Fonte immagine: Pixabay) 

Pil, Istat: -0,3% nel II trimestre

L'economia italiana ha registrato una flessione dello 0,3% nel secondo trimestre del 2023, in netta frenata rispetto ai primi tre mesi dell'anno, quando il Pil era cresciuto dello 0,6%. Lo comunica l'Istat, sottolineando che alla discontinuita' dell'andamento congiunturale tra aprile e giugno, fa fronte l'evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6%, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva. Su base congiunturale si tratta invece del peggior risultato dal quarto trimestre 2020, quando l'attivita' economica aveva segnato una contrazione dello 0,7%.

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"Questo risultato, di cui va messa in evidenza la natura preliminare", spiega l'istituto di statistica, "e' dovuto ad una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. Dal lato della domanda la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo".

In termini di variazione acquisita, per il 2023 la crescita si attesta nel secondo trimestre allo 0,8%, in leggera discesa rispetto al valore del primo trimestre, che era stato pari allo 0,9%. Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022. 

L'aumento congiunturale dell'indice generale e' stato dovuto principalmente all'aumento dei prezzi degli Alimentari lavorati (+0,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,4% entrambi), dei Beni non durevoli e dei Servizi vari (+0,3% entrambi); tali effetti sono stati in parte compensati dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-1,5%) sia non regolamentati (-1,3%), degli Alimentari non lavorati (-0,8%) e dei Tabacchi (-0,6%).

L'inflazione acquisita per il 2023 e' pari a +5,7% per l'indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) e' diminuito dell'1,5% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, ed e' aumentato del 6,4% su base annua (in decelerazione da +6,7% di giugno). 

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