Economia
Pirelli, payout al 50% nel 2021-22. Tronchetti: no collaborazione con Brembo
Ricavi per 5,1-5,3 miliardi nel 2022, quando il business ritornerà alla normalità pre-Covid. Investimenti per 2 miliardi in 5 anni. Cedola di 0,08€ per il 2020
Investimenti per circa 710-730 milioni di euro quest'anno e il prossimo, quota che salirà a circa 1,2-1,3 miliardi nel triennio 2023-25. Sforzo che mira ad alzare i ricavi a fine 2022, quando Pirelli si attende il totale ritorno alla normalità pre-Covid, tra 5,1 e 5,3 miliardi, con un ebit adjusted compreso fra il 16 e il 17%. Risultato che permetterà di distribuire circa il 50% dell'utile, payout che scenderà a circa il 40% per il biennio 2021-2024.
Sono i principali target finanziari del nuovo piano industriale del colosso degli pneumatici guidato da Marco Tronchetti Provera che nel 2023 lascerà il volante della Pirelli a Luca Bruno, manager che a giungno assumerà la carica di deputy Ceo.
Il piano prevede un primo biennio di recupero dei valori pre-Covid grazie all'atteso rimbalzo dell'economia globale e un secondo triennio di stabilizzazione. I target pertanto riflettono questa aspettativa: nel 2022 Pirelli si aspetta ricavi tra 5,1 1 5,3 miliardi di euro con un margine ebit adjusted tra "oltre il 16" e il 17%, un flusso di cassa netto pre dividendi tra 420 e 460 milioni e una posizione finanziaria netta negativa tra 2,75 e 2,65 miliardi di euro.
Nel 2021 i target confermati sono di ricavi tra 4,7 e 4,8 miliardi, un margine ebit adjusted compreso tra oltre il 14% e il 15%, un flusso di cassa pre-dividendi tra 300 e 340 milioni e una posizione finanziaria netta di circa 3 miliardi. I target al 2025 vedono ricavi tra 5,7-6,2 miliardi, margine ebit adjuest tra 19-20%, flussi di cassa ante dividendi di 1,7-19 miliardi e una posizione finanziaria netta di 1,6-1,4 miliardi. Quanto alla politica dei dividendi, Pirelli prevede la distribuzione di un payout intorno al 50% dell'utile consolidato negli esercizi 2021 e 2022 e intorno al 40% nei due esercizi successivi.
Per quest'anno, invece, dopo i 42,7 milioni di profitti in forte calo per l'impatto della pandemia sul business (457,7 milioni nel 2019), il board ha deciso di proporre ai soci la distribuzione di una cedola di 0,08 euro, per un monte dividendi di 80 milioni di euro.
Quattro le aree di intervento, spiegano dalla Bicocca, in cui si concentreranno le azioni di efficientamento: il costo del prodotto con focalizzazione sulla modularità e contenimento dei costi grazie a minori tempi di sviluppo per effetto del crescente utilizzo di virtualizzazione/simulazione; la razionalizzazione acquisti e ottimizzazione del network logistico; la trasformazione digitale di processi e organizzazione; la produzione con l'ottimizzazione della presenza industriale e con un'ulteriore digitalizzazione delle fabbriche anche per rendere la produzione più flessibile.
Sul manifacturing Pirelli prevede una prima fase di ritorno a una saturazione degli impianti al 90% "con un crescente peso nei Paesi a minori costi di produzione" a cui seguirà una seconda fase, nel 2023-2025, di espansione della capacita' per supportare la crescita dei volumi.
La capacità produttiva è stimata a circa 73 milioni di pezzi nel 2022 (53 milioni high value) e 75 milioni di pezzi (56 milioni high value). Nel 2025 la presenza produttiva di Pirelli conterà complessivamente 18 impianti produttivi, di cui 15 nel Car (12 High-Value e 3 Standard), uno nel Cycling a Bollate, uno nel Moto (joint venture in Indonesia) e uno nei semilavorati (Burton, nel Regno Unito). La capacità high-value sarà concentrata per il 77% in Paesi a minori costi di produzione (74% nel 2020).
Negativa l'accoglienza del piano da parte della Borsa. Comunicato il piano al mercato a metà seduta, il titolo, che nei primi minuti si è spinto fino a 5,3 euro, ha poi fatto dietrofront tornando a 5,036 euro e segnando un calo del 2,89%.
Secondo qualche operatore, può avere influito sull'andamento del titolo l'annuncio dell'approvazione da parte del Governo cinese della riorganizzazione congiunta dei colossi statali Sinochem e Chemchina, quest'ultima azionista di maggioranza di Pirelli, che faranno entrambi capo a una unica holding. Ricadute che Tronchetti ha escluso. Il top manager si è mostrato fiducioso sul business, spiegando che "la ripresa sta avvenendo abbastanza velocemente: c'è già in Cina e anche negli Stati Uniti vediamo delle cifre che sostengono le nostre aspettative e addirittura vanno oltre". In Europa, ha proseguito in call con gli analisti finanziari, "ci sono una serie di buone notizie, soprattutto per quanto riguarda la crescita dei volumi".
Infine, in relazione alla quota del gruppo Brembo nel capitale della Pirelli (4,99% complessivo), Tronchetti ha spiegato di non avere "nessuna collaborazione con Brembo, abbiamo un ottimo rapporto ma nient'altro". Con la società guidata dall'"amico Bombassei", ha sottolineato, il gruppo della Bicocca non ha "mai affrontato temi di integrazione perchè abbiamo due mondi che si toccano solo marginalmente".