Confindustria, pochi decimali fra Vacchi e Boccia sopra il 34%. I voti
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
INDISCRETO/ Cum Montezemolo salis, cum Saggi scendis. Povero Vacchi. Eppure, pochi sanno che quando, dopo quell’ incontro segreto in Unicredit della fine d’estate del 2015, nel quale decisero di candidarlo alla presidenza di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo e Gian Felice Rocca andarono da Albero Vacchi per proporgli di scendere in campo, non esitarono per convincerlo ad accettare la sfida a garantirgli, di fronte alle sue esitazioni, che sarebbe partito già con una dote sicura del 50% dei voti assembleari e di oltre 100 voti consigliari. Sole 24 Ore e Corriere della Sera compresi. Che peccato per il povero Vacchi e anche per il povero Rocca. Forse, non sapevano che “Cum Montezemolo salis, cum Saggi scendis” |
"Leggendo le dichiarazioni che sono state espresse, ritengo che in termini di peso assembleare ci sia una netta maggioranza per Alberto Vacchi". Mai parole furono così poco azzeccate.
Le affermazioni sono del vicepresidente Assolombarda con delega a credito, finanza e fisco, Carlo Bonomi, dichiarazioni rilasciate a proposito della corsa per la presidenza d Confindustria, a margine di un appuntamento nell'associazione di Via Pantano.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it che ha sondato fonti più che attendibili, in termini di voti assembleari ballerebbero invece soltanto pochi decimali, sopra il 34%, fra Alberto Vacchi, che ha ricevuto l'importante endorsment di Federmeccanica, e Vincenzo Boccia, mentre il candidato della Piccola Industria (Boccia) godrebbe di un vantaggio di 30 voti in quelli consiliari. Il bresciano Marco Bonometti, invece, si è ritirato dalla contesa elettorale, come Aurelio Regina.
"Vedremo i programmi, deciderò chi appoggiare in base ai programmi", ha affermato Bonometti al termine dell'incontro con i saggi di Confindustria. "Stiamo cercando di mettere le basi per una Confindustria forte e unita - ha aggiunto il presidente degli industriali bresciani - stiamo cercando di trovare la convergenza sull'unità. Deve essere una Confindustria forte e nuova, diversa rispetto al passato".
Poi una stoccata anche alle nuove regole della riforma Pesenti sul silenzio elettorale. Non c'è stato un "confronto aperto" sui programmi dei candidati, nella corsa alla presidenza ha vinto il "professionismo confindustriale" di chi ha "tessuto ragnatele e scambiato consensi, come la peggiore politica", ha tuonato il sanguigno imprenditore bresciano.
I voti assembleari di Viale dell'Astronomia sono 1424, mentre quelli espressi in Consiglio generale, l'organo che a fine marzo designerà il successore di Giorgio Squinzi, sono in tutto 198. Salvate anche il soldato Bonomi...