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Economia
Poste sciopero oggi. Privatizzazione delle POSTE e tutti i nodi dei postini
A voler essere proprio pignoli, al momento manca un riferimento per le lingue orientali come il russo e tutte le sue derivazioni, che avrebbe fatto comodo alle badanti presenti in città (anche se il fenomeno dell’assistenza domestica è ancora difficile da quantificare: che la mancanza sia dovuta a questo?). C’è da dire, però, che la Posta di via Lomazzo al momento è solo un progetto pilota, una sperimentazione che – se dovesse funzionare e avere successo – potrebbe essere replicata: entro la fine del 2015, Poste Italiane è pronta ad aprire un altro ufficio multilingue, se necessario. Del resto la strada verso l’integrazione passa anche da piccole cose come queste, e per una città come Milano – che sull’argomento è sempre stata in prima linea – offrire un servizio utile e disegnato intorno alle esigenze degli utenti non è mai stato un problema, no?

Oggi Poste in sciopero. Privatizzazione delle POSTE e tutti i nodi in... posta dei postini. Il comunicato
 

Le Segreterie Nazionali SLP-CISL, SLC-CGIL, FAILP-CISAL, CONFASAL.COM e UGL-COM hanno proclamato lo sciopero generale in Poste Italiane Spa per l’intera giornata del 4 novembre 2016 con manifestazioni in ogni regione e a Roma un presidio di fronte al Mef e una manifestazione davanti la sede centrale di Viale Europa 175.


Poste sciopero: “Sportelli sguarniti e recapito in emergenza”


La decisione del Consiglio dei Ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e del conferimento a Cassa Depositi e Prestiti del rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del Ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, MUTA completamente gli assetti societari e il controllo pubblico in Poste Italiane. Una decisione ASSUNTA a breve distanza dal primo collocamento azionario di oltre il 30% effettuato ad ottobre 2015. Una privatizzazione che ha il solo fine fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per incidere in quantità insignificante sul debito pubblico, ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane sull’intero territorio. Già ora si assiste ai reiterati interventi di chiusura degli Uffici Postali nelle zone più disagiate e al recapito della corrispondenza a giorni alterni, scelta contestata recentemente dal Parlamento Europeo, compromettendo qualità del servizio offerto e la garanzia del servizio universale. Le Segreterie Nazionali di categoria ritengono estremamente grave e, peraltro, antieconomica, l’intera operazione di dismissione da parte dello stato, in considerazione che dal 2002 ad oggi Poste Italiane ha sempre avuto bilanci positivi e ha versato consistenti dividendi al Ministero del Tesoro, azionista di riferimento.


SCIOPERO DELLE POSTE, PRIVATIZZAZIONE E NON SOLO. I NODI DELLE POSTE


"LA RITENGONO GRAVE A MAGGIOR RAGIONE PER IL RUOLO INFRASTRUTTURALE STRATEGICO DI POSTE ITALIANE, CHE SOLO IL GOVERNO PUBBLICO PUÒ SFRUTTARE A VANTAGGIO DEL SISTEMA ECONOMICO DEL PAESE CON I DOVUTI E NECESSARI INVESTIMENTI. La capillarità della rete postale, i servizi di prossimità, le potenzialità di innovazione e sviluppo del segmento logistico, necessitano senza dubbio di investimenti finalizzati al consolidamento di asset portanti per il Paese. Dunque spetterebbe proprio al Governo determinare l'utilizzo di risorse economiche per i necessari investimenti. Una privatizzazione totale di Poste italiane mette in discussione non solo anni di sacrificio e di lavoro dei dipendenti profusi per darle una dimensione d’impresa tra le più importanti in Italia, ma anche il futuro svolgimento del servizio universale, l’unitarietà dell’Azienda e la sua tenuta occupazionale".


POSTE ITALIANE, I SINDACATI SULLO SCIOPERO


"Le Segreterie Nazionali sull’intera vicenda contestano l’assenza di un dibattito pubblico e l’assoluta indifferenza dei mezzi di comunicazione, mentre la privatizzazione di Poste Italiane necessita di grande attenzione. A questa situazione si aggiungono le problematiche aziendali figlie di una applicazione monca del piano industriale, che prevedeva un forte rilancio della logistica, una applicazione inefficace e scorretta dell’accordo sulla riorganizzazione dei servizi postali, le carenze di addetti nella sportelleria degli Uffici Postali e le continue pressioni commerciali in Mercato Privati, FIGLIE DI UNA FINANZIARIZZAZIONE SEMPRE PIÙ SPINTA DELL'AZIENDA, tutti temi sui quali non abbiamo avuto alcuna risposta da parte dell' azienda nel corso dell’ultimo incontro con le OO.SS.. Queste le motivazioni che hanno indotto le scriventi segreterie Nazionali a lanciare una fase di forte mobilitazione che culminerà con lo Sciopero Generale del 4 novembre manifestazioni in tutta Italia".

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