Economia
Priolo, avanti con Goi Energy. L’azienda cipriota: “Nessun legame con i russi”
La trattativa per lo stabilimento Isab, un tempo parte della galassia Lukoil, prosegue in esclusiva fino al 31 marzo
Isab di Priolo, prosegue la trattativa con Goi Energy
L’incontro di oggi 22 febbraio tra Isab e le parti sindacali traccia una nuova linea nel percorso del futuro della seconda raffineria più grande d’Italia. Continua così l’interlocuzione a tutti livelli per il futuro dello stabilimento che faceva parte del gruppo russo Lukoil. In ballo anche 10.000 lavoratori che ruotano intorno all’impianto. La trattativa in esclusiva con il gruppo cipriota Goi Energy deve concludersi entro il 31 marzo, ma arrivano rassicurazioni sulla cessione. In particolare è arrivata una nuova smentita sull'incursione di altre cordate e la conferma della trattativa con la sola compagnia cipriota arriva dalla stessa Isab a Filctem, Femca, Uiltec.
I segretari Generali territoriali delle tre sigle, rispettivamente Fiorenzo Amato, Alessandro Tripoli e Seby Accolla, hanno poi diramato una nota congiunta in cui si sostiene che “successivamente alle affermazioni del governo nazionale, che ha dichiarato il polo industriale siracusano sito di interesse nazionale, si aspetta da parte delle Autorità Nazionali, la conferma attraverso l’applicazione della Golden Power, lo strumento che potrebbe di fatto avviare le procedure per il passaggio della raffineria a Goi Energy”.
La trattativa si inserisce in un più complicato equilibrio di potere che riguarda il sistema dei rapporti commerciali con i produttori di idrocarburi a livello nazionale ed europeo. I timori che una società cipriota possa essere un satellite per investimenti di colossi industriali di Mosca sono respinti dallo stesso Gruppo che, in una nota, precisa “che né la società né il suo amministratore delegato, Michael Bobrov, né i suoi azionisti e amministratori hanno alcun tipo di collegamento con la Russia, con aziende russe, con istituzioni russe e con altri soggetti comunque riconducibili alla Russia”. Gli Stati Uniti, infatti, avevano espresso alcune perplessità nei giorni scorsi, temendo che l'azienda cipriota potesse essere una sorta di "cavallo di Troia" di Mosca in Europa. Da sottolineare, però, che il risentimento americano potrebbe anche derivare dal fallimento delle trattative con Crossbridge.