Economia

RCS Academy: Finanza, Economia Reale e il Risparmio come Motore della Crescita

Pietro Cifarelli

Risparmio, nuovi atteggiamenti dei consumatori e la propensione ad accantonare risorse sono gli asset su cui gli operatori finanziari devono focalizzarsi

RCS Academy: oggi l’incontro digitale sulla finanza, l’economia Reale e il Risparmio come motore della crescita

Si è svolto oggi l’incontro digitale di RCS ACADEMY in collaborazione con il Corriere della Sera: Finanza Economia Reale e il Risparmio come motore della crescita. Nelle varie tavole rotonde si è parlato dell’impatto della pandemia e di questo secondo lockdown sull’economia del Paese e sono stati interrogati tutti gli ospiti presenti sulle modalità di ripartenza, con un occhio di riguardo all’utilizzo del Recovery Fund. Risparmio, nuovi atteggiamenti dei consumatori e la propensione ad accantonare risorse sono gli asset su cui gli operatori finanziari devono focalizzare i loro driver di crescita. L’emergenza sanitaria ha imposto nuovi scenari di mercato e sta delineando nuove prospettive economiche.

Nell’online talk, manager, imprenditori e istituzioni hanno dialogato per tracciare un scenario sull’economia reale delineando gli equilibri necessari alla crescita.

Nei diversi panel si è approfondito, anche con l’intervento delle istituzioni, la situazione del Recovery, chiarendo come l’Italia nel sistema Europa si stia muovendo per rispondere a una crisi sanitaria ed economica che sta coinvolgendo tutti i 27 paesi membri, impegnati a rispondere alle nuove esigenze della finanziarie.

Al centro l’importanza della tematica dell’innovazione delle infrastrutture e della tecnologia, settori fondamentale per una ripresa del settore produttivo.

Daniele Manca Vicedirettore Corriere della Sera ha così introdotto il talk: “Siamo in una battaglia contro il virus. Ci sono buoni segnali, ma non bisogna mollare la presa. Anche l’ultimo scostamento di 8mld sarà preso a prestito, come i 18mld precedenti, come si deve fare? L’unica strada è la crescita. Bisogna tornare a crescere tanto per sostenere il debito e allargare la ricchezza e tentare di diminuire le disuguaglianze. Grazie anche al governo italiano l’Europa ha varato un piano enorme di 700mld Next generation Eu, che sta avendo qualche problema perché inserito nel bilancio europeo al 2027. Importante capire cosa faremo oggi per salvare le generazioni future”

RCS Academy: Le parole di Vincenzo Amendola Ministro per gli Affari Europei

Vincenzo Amendola Ministro per gli Affari Europei ha illustrato la situazione Europea e Nazionale, dichiarando: “Abbiamo fatto un accordo importante il 21 luglio di 1.800mld e 750mld di Next Generation Eu, è un fondo alimentato a bond, il che è un segnale di unità per investire nella ripresa. Si è determinato un allineamento tra le politiche della commissione, la politica monetaria della BCE e l’impegno dei 27 paesi per emettere bond. Abbiamo un piano che costruisce fiducia per i prossimi 7 anni e un allineamento di tutti i paesi, la nota negativa è il veto in polonia e Ungheria che sta rallentando il programma. Seguiamo alla lettera il cronoprogramma di Bruxelles, abbiamo presentato le linee guida a settembre come richiesto. Nei prossimi giorni con i ministri invieremo una nota di aggiornamento al parlamento, sull’onda del dialogo con Bruxelles. Vogliamo che il parlamento segua passo passo la programmazione. Il piano consta 40% green, 20% digitale, il terzo capitolo del piano è sulla governance: come rendere esecutivo il piano. Dobbiamo definire un soggetto esecutore dei progetti, il vero punto sono le norme che l’Unione Europea ci chiede in modo che si realizzi questo intervento velocemente, l’esecuzione finale è al 2026. Se i progetti non si realizzassero, la pena è dolorosa, perderemmo le risorse, bisogna presentare progetti definiti con tempistiche ben realizzate.

Nelle linee guida c’è lo stimolo al protagonismo dei privati, infatti nelle due componenti del 40% green e 20% digitale, c’è una parte dell’infrastruttura pubblica ma ci sono veicoli che servono per stimolare la nostra impresa: economia circolare, rafforzare il settore energia che sarà centrale perché ci sono obiettivi comuni come quello sulle batterie e sull’idrogeno. Vogliamo stimolare molto gli investimenti privati. Anche il sistema bancario sarà di conseguenza stimolato. Il MEF investirà molto anche sul cashless che è una grande prospettiva dove il nostro paese è in ritardo. Non c’è una connotazione solo pubblica, il pubblico è nella responsabilità.”

RCS Academy: L’intervento di Paolo Bertoluzzo CEO di Nexi

Paolo Bertoluzzo CEO Nexi ha commentato così durante il suo intervento: “Vediamo transitare nei nostri sistemi una larga parte delle transazioni del nostro paese, siamo attenti anche ai comportamenti, parliamo tutti i giorni con i cittadini e le piccole imprese. I numeri dicono che sarà un anno difficile per l’economia, per il nostro settore e per le banche che vi operano. La pandemia ha inevitabilmente ridotto i volumi. Abbiamo osservato sui numeri che parlano chiaro, i volumi crescono del 5-10& anno su anno, da marzo ad aprile sono crollati del 50%. Vuol dire che l’economia sottostante sta viaggiando al -60%. Questo meno 50% è da leggere in tre macro categorie: servizi di base che hanno mantenuto il livello di spesa perché necessari e hanno continuato a crescere normalmente; gli acquisti discrezionali hanno fatto -70% nel periodo di picco perché i negozi sono chiusi e l’e-commerce non basta; terza macro categoria viaggi e intrattenimento sono al -90%. Alla riapertura c’è stato un rimbalzo rapido soprattutto degli acquisti discrezionali, la categoria dei viaggi e dell’intrattenimento ha ripreso meno velocemente. Abbiamo visto tutti i commercianti ricominciare a transare. L’abbigliamento forse stava già soffrendo e quindi questo ha creato ulteriori problemi. Nell’estate si è tornati in pari nonostante l’assenza di turisti stranieri, poi purtroppo, con le prime chiusure all’estero e con le misure in Italia i numeri hanno ricominciato a peggiorare ma mai al 50%. Questo grazie alle nuove misure che sono state calibrate anche dal punto di vista delle merceologie, consentendo ad alcune attività di rimanere aperte, e grazie anche al fatto che le persone e gli imprenditori si sono riorganizzati sulla tecnologia che sta consentendo di vivere una fase drammatica ma meno impattante. Ci sono settori che stanno soffrendo anche in questo momento: hotel, ristoranti e abbigliamento.

Per quanto riguarda i comportamenti bisogna guardare con ottimismo, perché innovazione e digitale sono uno strumento di miglioramento della vita, qui i dati non riescono a dimostrarlo in pieno. Se si va a guardare l’alimentare ci si è accorti che si cresce del 15-18%. Molte persone hanno voluto imparare a usare le loro carte e anche i commercianti più piccoli ci hanno chiamato per chiedere come fare a continuare a fatturare anche in questa situazione. Questo è un aspetto importante che deve farci pensare più positivo rimettendo al centro l’innovazione tecnologica come vero motore di sviluppo.

Sarà il futuro a dirci se siamo stati bravi oppure no, perché fare accordi non è il punto di arrivo ma il punto di partenza. Nel nostro settore c’è una dinamica industriale veloce ed è un settore dove fare operazioni di M&A è più facile. Abbiamo meno vincoli, la scala nel nostro settore è fondamentale perchè l’investimento in digitale è essenziale e quindi c’è questa ricerca della scala. Devo sottolineare il fatto che le operazioni non hanno richiesto capitali in più ma hanno richiesto due fusioni: la prima tra Nexi e SIA per integrare la catena di valore, e la seconda tra Nexi e Nets per iniziare ad avere una scala a livello regionale. Sono due operazioni fatte da due fusioni, quindi non abbiamo messo su un nuovo debito, ma abbiamo avuto comunione di intenti, per costruire qualcosa di più europeo rispetto a quello che stavamo facendo indipendentemente. Ovvio che c’è voluto coraggio e voglia di imbarcarsi in operazioni che sono avvenute vicine nel tempo per motivi contingenti, Nets era già in cantiere per il futuro, con SIA ci stava lavorando da un po’ di tempo ma si è ritenuto giusto portare avanti le iniziative in questo momento, perché il periodo lo permetteva."

RCS Academy: Le dichiarazioni di Massimo Doris, Amministratore Delegato, Banca Mediolanum

Massimo Doris Amministratore Delegato Banca Mediolanum è intervenuto con queste parole durante il panel riguardante gli investimenti, la tecnologia e il territorio: “Banche come Mediolanum sono state colte poco di sorpresa perché essendo nate digitali le controindicazioni sono state minime, tant’è vero che per Mediolanum il business quest’anno è in crescita. L’innovazione però continua, non ci si può fermare, perché arrivano sempre nuovi competitor non tradizionali sul mercato. Il denaro sui conti correnti non rende nulla per il depositante, ma non dimentichiamoci che 1.700mld sono la base per fare prestiti, fidi e mutui, non sono tutti infruttiferi, ma la grossa parte è impiegata, ovviamente non viene impiegata tutta in modo efficiente. Si legge tutti i giorni di questo aumento continuo dei depositi, e questo è dovuto alla paura, ogni volta che c’è una crisi c’è un incremento dei depositi, si ha paura degli investimenti. In questo caso l’aumento è stato anomalo perché a fianco della paura c’è stato un risparmio forzato. Con il lockdown non si poteva uscire e quindi non si poteva spendere, ecco perché alla riapertura c’è stata un crescita forte. Gli effetti economici sono stati gravi perché imposti, una volta riaperta la porta il tutto è ripartito. Le imprese che sono saltate sono poche, il problema è ancora piccolo perché la crisi è stata breve in termini di chiusura, adesso con la seconda chiusura si è appesantita. Un lockdown per forza di cose doveva esserci, ma è evidente che un secondo lockdown mette più in crisi le imprese, perché al di là di quelle saltate perché già in crisi, quello che conta di più è la lunghezza della crisi. Più l’azienda era forte prima e più riesce a resistere e poi a riprendere la sua attività.

La burocrazia è necessaria, però se troppa rallenta molto la produttività. L’obiettivo per avere un economia che cresce è creare posti di lavoro, e a crearli sono e aziende, lo stato deve preparare le condizioni affinché le aziende possano assumere: diminuzione di burocrazia e utilizzo di fondi per rivedere le infrastrutture che hanno bisogno di molta manutenzione e rinnovamento. Guardando a un paese che è sempre cresciuto bene come gli USA, la crescita migliore è avvenuta quando sono stati abbassati i costi delle imprese, mi rendo conto che in questo momento non è semplice, ma se spendiamo bene questi soldi e si diminuisce la burocrazia possiamo dare una bella spinta al paese."