Economia
Stm rimanda l'obiettivo di 20 miliardi di ricavi, la crisi dell'auto azzoppa i conti. E ora si temono oltre 2 mila licenziamenti
campione europeo dei microprocessori ha visto una contrazione annuale dei ricavi di circa il 23%
Stm rimanda l'obiettivo di 20 miliardi di ricavi
Un difficile 2024 e previsioni incerte per il 2025 hanno indotto Stm a spostare al 2030 l'obiettivo di arrivare a 20 miliardi di dollari di ricavi. A Piazza Affari il titolo ieri ha perso circa l'1% scendendo sotto i 23 euro di valore che vuol dire un calo del 49% in un anno.
Il campione europeo dei microprocessori ha visto una contrazione annuale dei ricavi di circa il 23% e, in occasione della trimestrale il 31 ottobre scorso, aveva detto che il fatturato per l'intero anno 2024 sarebbe stato intorno ai 13,27 miliardi di dollari. problema è il mercato di riferimento. I chip di Stm infatti alimentano soprattutto il settore automotive che ha molto sofferto nel corso dell'ultimo anno al contrario di Nvidia tutta concentrata sul settore in rapida crescita dell'intelligenza artificiale.
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"Il mercato che serviamo sta diventando più complesso ma abbiamo piani per affrontare questa situazione senza precedenti" - ha spiegato Jean-Marc Chery, presidente e ad di Stm, nel corso del Capital Markets Day del gruppo. Secondo il manager l'ascesa delle case automobilistiche cinesi sta "davvero ridisegnando le dinamiche del mercato, insieme agli incentivi governativi e alle restrizioni alle esportazioni".
Stm, è noto, vende chip a Tesla, alla cinese Geely e a tutti i principali produttori di auto, fatto questo che ha frenato i ricavi dato che il settore è entrato in crisi. Secondo il manager comunque i governi hanno influenzato pesantemente il mercato.
"Hanno introdotto - ha detto- distorsioni nel panorama dell'industria dei semiconduttori e hanno portato a comportamenti instabili nella catena di fornitura, come la doppia prenotazione, l'accumulo eccessivo di scorte e significativi investimenti che hanno portato a produrre più del necessario".
I piani sono quelli di drastici tagli sui costi entro il 2027 tanto che in Italia i sindacati già temono licenziamenti, si parla di 2 mila persone, nello stabilimento di Agrate alle porte di Milano. E anche se, nel secondo semestre 2025, Stm ritiene che la debolezza del settore automobilistico sarà compensata dalla forza dei mercati industriali ed elettronici, il prossimo anno sarà per la società un anno di transizione in termini di ricavi e di margine operativo.
E dunque i tagli saranno consistenti nell'ordine di “milioni di dollari nella fascia superiore di una forchetta a tre cifre, anche attraverso un ridisegno della base manifatturiera". La crisi dell'auto (elettrica e non) ha cambiato rapidamente le carte in tavola in un settore ciclico come quello dei semiconduttori. Infatti, solo a fine maggio, Stm annunciava investimenti per 5 miliardi di euro a Catania per la realizzazione del "Silicon Carbide Campus" e per la costruzione di un nuovo impianto di produzione di chip ad alte prestazioni, basati su wafer di 200 millimetri di diametro (anche per il settore automotive) prevedendo circa 3 mila assunzioni.
Tra l'altro all'investimento partecipava con 2 miliardi anche il governo tramite il Mimit (ministero delle imprese e del made in Italy) sottolineando che era il secondo più grande investimento approvato dalla Commissione europea all'interno del Chips Act che mira a riportare la produzione di semiconduttori in Europa.
L'incertezza sul fronte delle previsioni ha reso cauti gli analisti che hanno espresso giudizi contrastanti sul titolo: per Banca Akros il target price dell'azione è confermato a 28 euro, con rating neutral, mentre Morgan Stanley ha ribadito la raccomandazione underweight con prezzo obiettivo a 20 euro, inferiore dunque ai corsi attuali.