Economia
Telco, troppa concorrenza e lockdown duro: Tim fanalino di coda Ue per ricavi
La fotografia di Mediobanca sul mercato mondiale delle Telco
Tim fanalino di coda per ricavi fra le compagnie telefoniche del Vecchio Continente. La fotografia l’ha scattata il rapporto annuale di Mediobanca sul settore delle telecomunicazioni, secondo cui nei primi sei mesi del 2020, funestati dal Covid, all'interno dell'Europa la maglia rosa per fatturato è andata a Deutsche Telekom che domina la classifica con ricavi nel primo semestre pari a 47 miliardi (+1,5%, su base omogenea), seguita da Vodafone Group con 21,8 miliardi (+1,5%), la spagnola Telefonica con 21,7 miliardi (-10%), la francese Orange con 20,8 miliardi (+1%), British Telecom Group con 11,9 miliardi (-5,3%) e, in coda, Tim con 7,8 miliardi (-13,7%).
Guardando all'Italia nel primo semestre 2020 i ricavi aggregati dei principali operatori sono scesi dell'8%, con la rete mobile complessivamente in minore affanno (-6,5%). Il fatturato nei servizi mobili dei primi tre operatori (Tim, Wind Tre e Vodafone) diminuisce di circa 500 milioni.
Altalenante l'andamento del fatturato: cresce velocemente Iliad (+132 milioni; +74,6%), in aumento Fastweb (+5,3%), in calo Wind Tre (-3,1%), Vodafone (-5,1%) e Tim (-13,7%). Tra i fattori che spiegano l'andamento del mercato italiano, peggiore rispetto alla media europea, ci sono l'aspra concorrenza con il conseguente calo dei prezzi e il prolungato e duro lockdown. Secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia, le Telco però hanno reagito bene all'emergenza Covid in termini di servizio offerto, nonostante il traffico dati sia aumentato esponenzialmente.
Ne fanno le spese, però i conti economici degli operatori del settore gravati dall'aumento dei costi e dall'appiattimento dei ricavi per via del modello di offerta "in bundle" ormai ampiamente diffuso. A livello mondiale, sempre nel primo semestre 2020 il fatturato aggregato dei 30 operatori e' stato pari a 540,8 miliardi, in calo del 2% rispetto allo stesso semestre del 2019, con impatti piu' contenuti in Asia (-0,4% di ricavi a 220,7 miliardi) e piu' ampi nelle Americhe (-4,8% di ricavi a 172,3 miliardi), con l'Europa che registra un fatturato aggregato di 147,8 miliardi (-1%). Nel pre Covid, a livello globale, a fine 2019 il settore delle telco vedeva negli Usa il mercato piu' ampio, con ricavi da servizi voce pari a 294 miliardi. Seguono Europa (215 miliardi) e Cina (189 miliardi).
Alla Cina, tuttavia, spetta la crescita maggiore nel quinquennio 2015-2019 (+21%). In Europa risultava primo mercato quello tedesco con 57,4 miliardi (+0,1% sul 2015), seguito da Regno Unito (37,3 miliardi), Francia (35,2 miliardi; -3,4%) e Spagna (30,1 miliardi, +13%), che nel 2019 ha scalzato, sebben di poco, l'Italia (29,8 miliardi, -6,2%). Il leggero sorpasso della Spagna si spiega con l'elevata copertura del Paese con reti che garantiscono velocita' elevate e con l'utilizzo effettivo elevato da parte delle famiglie. Inoltre nel Paese si e' diffusa l'offerta quintuple play (voce, dati, fisso, mobile a servizi Tv) che giova ai ricavi totali in particolare di Telefonica.
Sempre nello scorso anno i ricavi aggregati delle 30 principali Telco mondiali sono cresciuti dello 0,8% sul 2018 e del 7,6% rispetto al 2015. La performance dei 10 big player europei delle telecomunicazioni e' inferiore, con ricavi ancorati ai livelli del 2015. AT&T (161 miliardi nel 2019) si conferma prima nella classifica mondiale per ricavi, che vede nelle prime 17 posizioni 7 gruppi asiatici e 6 europei (con Tim 17esima). Seguono Verizon (117 miliardi) e la giapponese NTT (98 miliardi). Deutsche Telekom domina invece la classifica in Europa (80,5 miliardi).
La redditivita' industriale e' rimasta stabile tra il 2015 e il 2019 a quota 15%. Per le telco europee l'ebit margin, sebbene in miglioramento di 100 punti base, e' pari all'11,7%, a causa della forte concorrenza degli ultimi anni, come si evince dai prezzi in continuo ribasso dei principali servizi, specialmente in Italia. In Europa, sul podio della redditivita' nel 2019 salgono: Telenor (ebit margin al 22,6%), Tim (16,9%) e Swisscom (16,6%).
Sul fronte patrimoniale, Swisscom ha la struttura finanziaria piu'solida (debiti finanziari sul capitale netto al 106,9%) con Tim al 142,7% e Telenor agli antipodi (323%), seguita da Telefonica (234%) e Liberty G. (213,5%). A Tim spetta la migliore incidenza media degli investimenti industriali sul fatturato netto nel triennio 2017-19 con il 28,6%, grazie anche all'acquisto di frequenze per il 5G completato nel 2018.