Economia
Tenaris, boom dell'utile non scalda il titolo in Borsa: storia della holding
Tutti i passaggi che hanno reso grande la società controllata dal gruppo Techint, forte di un utile quintuplicato nel primo trimestre
Tenaris, storia della holding della famiglia Rocca: dalla fondazione nel 2002 ai procedimenti giudiziari degli eredi
Risultati oltre le attese per la holding Tenaris, che racchiude al suo interno le attività nella produzione dei tubi in acciaio della Techint della famiglia Rocca. Nata nel 2002, è quotata alla Borsa di Milano e a quella di New York. Ma per capire meglio che cosa sia Techint e perché la famiglia Rocca sia una delle più ricche in Italia (secondo Forbes il patrimonio ammonta a poco meno di 4 miliardi), bisogna fare un salto indietro di circa 90 anni.
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Il nonno di Gianfelice e Paolo – che oggi sono al timone delle società – Agostino Rocca, fu un industriale che aiutò a sviluppare la manifattura dell’acciaio nel nostro Paese. Ma è nel 1945, con il trasferimento in Argentina, che viene lanciata la Techint, abbreviazione di Compagnia Tecnica Internazionale. Inizialmente specializzata nelle grandi infrastrutture in America Latina, soprattutto gasdotti, progressivamente l’azienda cresce espandendo il business in settori “contigui” che vanno dai laminatoi agli impianti siderurgici, dalla produzione di tubi in acciaio a quelli senza saldatura.
Dal 1985 al 1996 al timone dell’azienda c’è Paolo Scaroni, il quale imprime una rapida accelerata anche al mondo M&A e ricalibra il business passando dalle grandi infrastrutture alla siderurgia. Così, dopo l’argentina Siderca, vengono comprate la messicana Tamsa nel 1993, l’italiana Dalmine nel 1996 e, nel 1999, la brasiliana Confab. Negli anni ci sono anche due procedimenti giudiziari di un certo rilievo. Il primo, nel 1992, durante Tangentopoli. Il secondo nel 2018 quando il ceo Paolo Rocca viene coinvolto in un’indagine per corruzione - da cui poi sarà totalmente scagionato – per un importo di 800.000 euro. Secondo il Financial Times il manager avrebbe fatto parte di un’associazione illecita guidata da Cristina Kirchner, all’epoca presidente dell’Argentina.