Economia
Tim, l'offerta di Kkr mette fretta a Cdp: cda il 23 febbraio. INSIDE
L'offerta di Kkr potrebbe servire a stanare la Cassa. Il consiglio di amministrazione del 23 febbraio potrebbe decidere se presentare o meno un'offerta
Qualcuno ha lamentato anche i tempi “lunghi” di Tim, che ha convocato tra esattamente tre settimane un consiglio di amministrazione per rispondere a un tema così vitale per il futuro dell’azienda. In realtà, a quanto risulta ad Affaritaliani.it, i tempi concordati con Kkr sarebbero pienamente compatibili con l’offerta formulata dagli americani, che dovrebbe scadere entro i primi di marzo. Fonti vicine al dossier, tra l'altro, rimarcano come Tim apprezzi l'offerta arrivata sul tavolo del cda, che valorizza un asset strategico e che potrebbe rappesentare un momento di grande discontinuità con il passato.
Che cosa farà Cassa Depositi e Prestiti? Difficile immaginare che dal cda del 23 possa uscire una cifra ufficiale, semmai è probabile che si possa propendere per un orientamento o per l’altro, decidendo di proseguire nella trattativa anche in base agli input del governo. Quello che è certo è che non potrà esserci un’offerta inferiore a quella di Kkr perché Cdp, che detiene una quota di poco inferiore al 10% di Tim, rischierebbe un’azione di responsabilità da parte degli azionisti. Che chiederebbero conto di come mai si sia rifiutata un’offerta da 20 e più miliardi per poi presentarne una inferiore.
E poi rimane l’incognita di Vivendi. L’uscita di Arnaud De Puyfontaine dal cda lascia mano libera ai francesi, che possono ora comportarsi da investitori “puri”. Che valutano il loro asset tra i 31 e i 34 miliardi e che ancora nei giorni scorsi respingevano sdegnosamente le ipotesi avanzate da alcuni analisti che un accordo si sarebbe potuto trovare a quota 24 miliardi. Tutto passato, perché nel frattempo sul tavolo del cda c’è un’offerta precisa di Kkr. Un momento spartiacque per il futuro della rete unica (o meno) del nostro Paese.