Economia

Tim, silenzio sui piccoli soci in Cda. Prosegue la cura dimagrante sul lavoro

di Marco Scotti

La compagnia telefonica risponde alle domande dei piccoli azionisti per l'assemblea di dopodomani. Ma la vera svolta sarà l’accordo con Dazn

Ma Tim rischia di aver fatto tombola: perché offrendo ai propri abbonati pacchetti aggiuntivi in un colpo solo ottiene un incremento dei ricavi e si può distinguere dagli altri competitor – soprattutto sul segmento low cost – che non possono offrire altri pacchetti ma solo offerte con dinamiche di costo precise. Equita, infatti, ha applaudito all’operazione sottolineando oltretutto come sia un doppio colpo a Sky: che perde clienti per la pay tv e ottiene un competitor più ricco e interessante nel ramo della fibra, settore in cui l’azienda che fu di Rupert Murdoch è attiva dal 2019.

Altro tema che emerge dalle domande di Asati è quello delle assunzioni di neo-laureati e di incentivi all’esodo. Lo scorso 8 marzo Tim ha annunciato 1.300 uscite volontarie, ovvero circa il 3% del totale dei dipendenti in Italia (42.600 al 31 dicembre 2020). Ma nel 2020 sono avvenute 2.556 cessazioni a fronte secondo la Legge Fornero a fronte di 605 assunzioni dal mercato esterno. Continua, complice la crisi da Covid ma anche a causa della necessità di ridurre costi e indebitamento, la progressiva diminuzione del personale che è passata dagli oltre 100mila dell’epoca Tronchetti agli attuali 52.347 al 31 dicembre dello scorso anno. 

Altre domande, come quelle sull’evoluzione della partita sulla rete unica con AccessCo e sul proseguimento dell’attività di cablaggio con tecnologia Ftth (Fiber To The Home, la più veloce e performante) ottengono dall’azienda la conferma degli impegni presi ad agosto del 2020. 

Un’ultima curiosità: Asati chiede conto del perché non sia mai stata presa in considerazione la presenza dei piccoli azionisti in cda, ottenendo di fatto un “no comment” dall’azienda. E allora prova a capire se almeno questi soldi possano diventare parte di un irrobustimento dell’azienda: chiede se l’utile straordinario di quest’anno (oltre 7 miliardi di euro) non possa essere tramutato in un aumento di capitale gratuito almeno per il 25% del totale (ovvero 1,75 miliardi complessivi). Ma anche in questo caso la risposta è negativa.

Su Cassa Depositi e Prestiti e il ruolo di Giovanni Gorno Tempini, indicato nella lista di maggioranza come membro del board, rimane la distanza tra Asati e la società: Lombardi ritiene che il presidente di Cdp dovrebbe alzarsi nel caso si trattassero partite in conflitto d’interesse (come sarebbe, ad esempio, la rete unica). La società ribadisce che la disciplina sugli amministratori non obblighi a nessun tipo di comportamento specifico.