Economia
Tod's, calo continuo del fatturato. E in 4 anni il titolo fa quasi -60%
Ecco qual è il male oscuro del gruppo di Della Valle
Non che ci fossero molte sorprese, ma ora arriva la conferma dei numeri: il 2020 di Tod’s è stato difficile per gli effetti devastanti che la pandemia ha avuto su molti comparti. Certo, il boom dell’online ha permesso di contenere le perdite, ma è ovvio che prodotti come scarpe – oltretutto non esattamente “entry level” per quanto concerne il prezzo – necessitino di essere provati in negozio. E in attesa che le nuove tecnologie, come la realtà aumentata, provino a sopperire anche a questa esigenza, non resta che tenere dritta la barra.
Dunque, i numeri: il bilancio 2020 si è chiuso con ricavi per 637,1 milioni, in calo del 30,4% rispetto all’anno precedente. Naturale anche il rosso di bilancio per 73,2 milioni, a fronte di un utile di 46,3 nel 2019. Così come ovvia è la scelta di non distribuire dividendi. Positiva la crescita in Cina (a doppia cifra) e del canale online, anch’esso in double digit. Dei quattro marchi del gruppo, Tod’s e Fay hanno registrato le performance migliori, mentre Roger Vivier ha limitato i danni ed è dato addirittura in crescita nei primi due mesi del 2021.
Il problema, per Tod’s, è capire come ripartire. I conti già in epoca pre-Covid erano stati caratterizzati dal segno “meno”. Il 2020 è il terzo anno di fila con un calo del fatturato. Un trend che non era piaciuto a Caisse de Depot et Placement du Quebec, che ha ridotto nell’agosto del 2019 la sua partecipazione nella società al 2,202% dal 5,155% detenuto da maggio 2018.
Il titolo oggi è ai massimi da un anno, intorno a quota 30 euro per azione, dopo che a ottobre si era arrivati fino a 17, il valore più basso dalla quotazione in borsa. Ma quattro anni fa le stock di Tod’s valevano oltre 70 euro (rispetto ad ora +57,1%) e ad agosto del 2013 si è arrivati addirittura a oltre 140 euro. Qual è il male che affligge la creatura di Diego Della Valle?
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