Tod's scatta in Borsa con Hogan ed e-commerce. Modello Moncler per Della Valle
Vendite sopra le attese per Hogan e la tenuta di Tod’s, Fey e Roger Vivier portano il titolo a vivere la migliore seduta da 16 anni. Della Valle ora punta su...
Di sedute così a Piazza Affari Tod’s non ne viveva da almeno 16 anni: in Borsa il titolo del gruppo di abbigliamento marchigiano controllato dalla famiglia Della Valle sfiora oggi il 16% di rialzo tra discreti volumi, nonostante il clima ormai pienamente estivo (che peraltro favorisce variazioni più robusta al rialzo o al ribasso), più che recuperando l’intera perdita degli ultimi tre mesi e riportando in guadagno del 10% circa il risultato a 12 mesi. Ma cosa è successo da giustificare una simile euforia?
I conti della trimestrale, diffusa venerdì sera a mercati chiusi, si sono rivelati decisamente migliori delle attese inducendo diversi broker a migliorare stime e giudizi sul titolo. In particoalre, i ricavi sono calati leggermente a 476,95 milioni dai 483,04 milioni di fine giugno 2017, l’Ebitda (Margine operativo lordo) è sceso a 68,58 milioni (contro i 75,69 milioni un anno fa) e l’Ebit (utile lordo) si è ridotto a 46,675 milioni (dai 52,53 milioni di dodici mesi prima), con un utile netto risultato così pari a 33,65 milioni (furono 34,71 milioni nei primi sei mesi del 2017).
Tutti numeri, in particolare ricavi e utile lordo, ampiamente superiori a quanto il mercato si attendeva, cosa che ha indotto Kepler Cheuvreux ad alzare la raccomandazione da “reduce” a “hold” ritoccando il prezzo obiettivo da 54 a 55 euro, Bryan Garnier a portare il giudizio da “sell” a “neutral” e Societe Generale a migliorare il rating da “sell” a “hold”, con un prezzo obiettivo alzato da 52 a 59 euro. Ma cosa ha consentito al gruppo dei Della Valle di andare meglio del previsto?
La sorpresa è sicuramente Hogan, le cui vendite sono salite del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato sino a sfiorare i 50 milioni di euro, rispetto ad un calo del 4% delle vendite del marchio Tod’s a 136,6 milioni. In frazionale rialzo le vendite dei prodotti a marchio Fay (+5,3% a 11,9 milioni) e Roger Vivier (+2,5% a 52,6 milioni). In termini di distribuzione geografica, mentre calano dell’11% le vendite in America, complice anche un effetto cambi negativo (al netto della quale i ricavi risulterebebro sostanzialmente invariati, precisa il gruppo marchigiano), salgono dell’8,5% a 67,3 milioni le vendite in Europa (Italia esclusa) e del 3,3% a 68,2 milioni le vendite in Italia, nonostante la persistente debolezza del canale wholesale nelle città di provincia.
All’estero continua poi la crescita della “Greater China”, sia in termini di fatturato sia di volumi di vendita: i ricavi hanno infatti superato la soglia dei 60 milioni e rappresentano ormai il 24% del fatturato totale del gruppo. Risultati che paiono dare ragione alle scelte strategiche effettuate negli ultimi trimestri, tanto che, come fatto notare dallo stesso Diego Della Valle in conference call, a cambi costanti i ricavi sono tornati a crescere anche per Tod’s e per Roger Vivier. Non solo: Tod’s ha anche annunciato l’acquisizione per 25 milioni di Italiantouch, società che dal 2012 gestiva tramite la propria piattaforma tecnologica le attività di e-commerce del gruppo.
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