Economia

Usa, i banchieri Yellen e Powell: la vera "coppia" che piace ai mercati

di Andrea Deugeni

Mentre Biden e Harris giurano, gli investitori al Nyse sono rassicurati dagli autorevoli banchieri Fed: una ex, Yellen ora al Tesoro, l'altro in sella, Powell

Il giuramento da quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti di Joe Biden è stato salutato con un nuovo record del Nasdaq e dello S&P 500 a Wall Street e da una buona intonazione del Dow Jones. Per i mercati c’è una sorta di congiuntura astrale perfetta che spinge gli investitori a continuare a scommettere ancora senza preoccupazioni sui titoli del Nyse, nonostante le alte valutazioni raggiunte.

Ieri, agli ingredienti market-friendly di una politica fiscale ultraespansiva della nuova amministrazione di cui Biden ha appena dato un assaggio con il varo del nuovo piano anti-Covid da 1.900 miliardi di dollari, di un approccio meno conflittuale nelle relazioni internazionali da parte del successore di Trump, di uno scenario di uscita dalla pandemia di coronavirus grazie ai vaccini e di una presa democratica sul Congresso, si è aggiunto l’arrivo al Tesoro (ieri si è svolta l’audizione davanti al Comitato finanze del Senato, che deve approvare la sua nomina) dell’ex presidente della Federal Reserve Janet Yellen.

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Una figura carismatica per i mercati, la persona migliore e più qualificata, hanno spiegato molti operatori, per vendere il piano democratico nell'attuale contesto altamente bipartisan alla luce del suo impeccabile curriculum, del focus sulla disoccupazione e dell'esemplare gestione della banca centrale più influente al mondo.

Quella Fed che durante il mandato di Barack Obama ha aiutato il primo presidente afroamericano della storia a stelle e strice a tirare fuori gli States dalla terribile crisi del 2008 e ha posto le basi per l’espansione degli ultimi anni.

Ebbene, Yellen ha subito fatto capire che i 1.900 miliardi di Biden sono solo un assaggio della leva fiscale che la nuova amministrazione intende azionare con forza per sostenere salari e occupazione, approfittando dei tassi d’interesse che a questi livelli consentono di tenere sotto controllo l’esplosione del debito americano salito a quota 21.600 miliardi. Musica per le orecchie degli investitori che hanno ricevuto anche conferme dell’aumento della spesa per investimenti infrastrutturali, volano innesca-crescita e gettito come antidoto per riportare su un percorso di sostenibilità il debito.

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Ma solo in un secondo momento: ora non è tempo di azioni restrittive. Le priorità sono “sconfiggere la pandemia, dare sollievo alle persone” e sostenere l’economia traghettandola fuori dalla pandemia. Con i tassi di interesse ai minimi storici, la cosa più intelligente è “act big”, appunto agire con aggressività perché il costo dell’inazione sarebbe superiore.

Insomma, per gli investitori la Yellen sarà la perfetta interprete esecutrice della Bidenomics che prevede anche grandi investimenti nell’economia verde e il sostegno da parte di Washington del buy american per la manifattura a stelle e strisce.

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Dall’altra parte, nel governare le politiche economiche, come contraltare sulla politica monetaria la Yellen avrà il suo successore alla Federal Reserve, un altro autorevole banchiere centrale. Quel Jerome Powell che ha saputo limitare, agendo tempestivamente, le conseguenze negative dell’epidemia sull’economia americana soprattutto nella prima fase (negazionista) di gestione del virus da parte dell’ex inquilino della Casa Bianca Trump.

Quando ci sono sia lo stimolo fiscale sia la politica monetaria sui tassi, leve che cantano la stessa canzone suggerendo maggior cooperazione tra Fed e Tesoro, per il mercato è la condizione perfetta.

@andreadeugeni