Economia

Uscite spontanee? No, per un'azienda in crisi ridurre le ore lavorative è più conveniente

di Ezio Pozzati

A qualcuno bisognerebbe far leggere il libro di Akio Morita (1921-1999), già presidente della Sony, “Made in Japan”

Lavorare con orario ridotto

Da un po' di anni è in circolazione la “moda del decentramento produttivo” guardando ai paesi meno costosi dell'Italia; non occorre fare esempi, ma ultimamente stiamo oltrepassando anche quella che è la più elementare ragionevolezza.

A qualcuno bisognerebbe far leggere il libro di Akio Morita (1921-1999), già presidente della Sony, “Made in Japan”. Ho preso spunto da questo libro perché nella cultura giapponese, se l'azienda non fallisce, pur di non disperdere la conoscenza del personale, il famoso know how, riducono le ore lavorative e turnano tutto il personale dipendente con una riduzione di ore lavorative. Questo è il concetto!

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Attualmente le aziende che vogliono delocalizzare la produzione o ridurne la quantità, per problemi di mercato e per altre motivazioni, decidono di incentivare “l'uscita spontanea” versando decine di migliaia di euro in favore di questa posizione. Domanda, in Italia sarebbe possibile una soluzione ibrida che non disperda le conoscenze?

Secondo la normativa italiana, un'azienda può ridurre le ore di lavoro dei dipendenti e contemporaneamente applicare la cassa integrazione. In questo caso, i lavoratori riceveranno la retribuzione ordinaria per le ore effettivamente prestate e il trattamento di integrazione salariale per le ore non prestate a causa della riduzione dell'orario.

Per quanto concerne la cassa integrazione ricordo che questa copre l'80% della retribuzione, però i posti sono salvi, tutti, e soprattutto per un prossimo futuro quando ci saranno dei miglioramenti.

Un piccolo e personale suggerimento: i sindacati dovrebbero aiutare queste forme di tutela del lavoro perché c'è una notevole differenza da avere uno stipendio ridotto del 10% ed essere senza lavoro e poi è di grande importanza anche alle aziende che il personale continui ad essere aggiornato.

Una domanda anche per le aziende: perché avete il denaro per incentivare le uscite e non trovate “intelligente” la possibilità di tenere il personale per il percorso lavorativo futuro? E poi per fare gli industriali occorre avere la “mentalità” e la cultura da industriali altrimenti serve a ben poco inneggiare al successo quando le cose vanno bene.

Chiudo con quello che ho letto su un cartello appeso ai cancelli di un'azienda che ha “mandato” il personale in cassa integrazione per quasi due anni: “Cercasi personale qualificato e specializzato”. Il commento lo lascio a Voi.