Economia
Visco: "Conti pubblici sotto controllo". Bonomi: "Inflazione in calo nel 2023"
Le parole dei numeri uno di Bankitalia e Confindustria, parlando ai microfoni dell'Assiom Forex di Milano
Assiom Forex di Milano, Bonomi: "Non vedo recessione. Inflazione in calo nella seconda metà del 2023"
“L’indebitamento delle imprese e delle famiglie italiane rimane basso nel confronto internazionale, nonostante il significativo ricorso delle aziende ai finanziamenti garantiti dopo lo scoppio dell’emergenza sanitaria e la sostenuta dinamica dei mutui osservata negli ultimi anni”. Lo ha detto all’Assiom Forex, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
Nello specifico, l’indebitamento di imprese e famiglie, “in rapporto al Pil, è complessivamente pari al 112%, a fronte di un valore medio del 168” per l’area dell’euro. La stabilità finanziaria della nostra economia beneficia altresì del miglioramento della struttura finanziaria delle imprese, iniziato nei primi anni dello scorso decennio e solo temporaneamente interrotto dalla crisi pandemica”, ha aggiunto.
Inoltre, ha spiegato Visco, “le analisi di scenario condotte in Banca d’Italia indicano che la vulnerabilità del settore rimarrebbe nel complesso limitata a meno di un deterioramento delle condizioni economiche e del costo del debito di gran lunga superiore alle attese. Anche in uno scenario avverso, caratterizzato da una significativa riduzione del margine operativo lordo e da un rilevante aumento dei costi di finanziamento, la quota di debito facente capo a imprese particolarmente vulnerabili resterebbe su valori ben inferiori a quelli raggiunti durante precedenti gravi episodi di crisi”, ha sottolineato il governatore.
“Anche i rischi che derivano dalla situazione finanziaria delle famiglie, che pure risente del peggioramento delle prospettive economiche, si mantengono nel complesso circoscritti”, ha spiegato Visco ricordando che, nell’ultimo decennio il debito è rimasto sostanzialmente stabile, poco sopra il 40% del Pil.
Come per le imprese, anche per le famiglie “un ulteriore fattore di attenuazione dei rischi è rappresentato dall’ampia disponibilità di attività liquide” pari allo scorso settembre oltre 1.600 miliardi di euro, “un livello elevato nel confronto storico, anche quando valutato in termini reali, e pari a più di un terzo del totale degli attivi finanziari del settore”, ha concluso Visco.
Visco, economia globale rallenta: ma indicatori migliori attese
“L’economia globale è in rallentamento; l’incertezza resta molto elevata anche se gli indicatori più recenti sono migliori delle attese. Anche le economie dell’Italia e dell’area dell’euro sono in decelerazione, dopo risultati largamente migliori del previsto nell’intero 2022”, ha affermato Visco.
“Nonostante la prevista ripresa della Cina – ha aggiunto - secondo le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale il tasso di espansione del prodotto mondiale dovrebbe collocarsi quest’anno al 2,9% dal 3,4 del 2022; per il commercio si scenderebbe dal 5,4 al 2,4%”.
Per l’Italia, Visco ricorda le previsioni secondo cui “dopo la diminuzione dello 0,1% registrata nel quarto trimestre del 2022 la crescita dell’economia si ridurrebbe quest’anno allo 0,6%".
“I segnali di contenimento della dinamica inflazionistica registrati negli ultimi mesi dell’anno passato si sono confermati in gennaio; le aspettative d’inflazione a breve termine sono in forte calo sui mercati finanziari”, afferma il numero uno di Bankitalia, ricordando che “i rendimenti dei contratti derivati indicano che il tasso d’inflazione atteso fra dodici mesi è pari al 2,3%, meno della metà dei livelli di fine novembre”.
Inoltre “le attese sugli orizzonti più distanti restano, al netto dei premi per il rischio, su valori coerenti con l’obiettivo di stabilità dei prezzi, pari al 2 per cento nel medio termine. L’ancoraggio delle aspettative d’inflazione è peraltro confermato dai risultati dei sondaggi condotti in gennaio presso gli analisti. Una flessione si registra anche per le attese d’inflazione di imprese e famiglie”.
A gennaio inoltre “dal picco del 10,6% toccato in ottobre l’inflazione è scesa, secondo stime preliminari, all’8,5, anche se la componente di fondo (al netto, cioè, dei beni energetici e alimentari) si è consolidata, al 5,2% per il consueto ritardo nella trasmissione della dinamica dei prezzi dell’energia”.
"L’onere di affrontare i molteplici risvolti di questa crisi non può ricadere, come è avvenuto spesso in passato, sulla sola politica monetaria". Visco ricorda inoltre che nelle Considerazioni finali sul 1981, il Governatore Ciampi affermava che “la stabilità monetaria è una responsabilità comune, un bene mai definitivamente acquisito”.
"Era vero allora nel nostro paese - sostiene quindi Visco - è vero oggi nell’area dell’euro: in una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l’azione di ciascuno fornisce al risultato finale".