Spettacoli
Frente a Guernica, la recensione di Affari. Un viaggio tra arte e disumanità
La pellicola dei registi Gianikian e Ricci Lucchi ad ogni fotogramma apre delle porte su nuovi mondi, spesso inediti, feroci e a tratti magici
Se socchiudo gli occhi e mi pongo di fronte all’opera di Picasso al Museo Reina Sofia, dopo aver visto almeno una volta il film di Gianikian e Ricci Lucchi, ogni tessera che compone l’opera di Picasso mi trasporta in luoghi inimmaginabili, in mondi primitivi, e nel mondo attuale devastato dai rincari e dalle guerre. Il viaggio che questo film gioiello permette di fare allo spettatore è immenso. Grazie a loro non vedo l’ora di andare a vedere Guernica, di essere di fronte a Guernica e di leggere quell’opera drammatica attraverso i centinaia di migliaia di fotogrammi del film di Gianikian e Ricci Lucchi, un film che è un dipinto immenso di donne, bambini, luoghi impensabili, dalla Cina al Giappone, dalla Francia alla Spagna, questo film si tuffa nell’opera di Picasso e ci fa fare il giro del mondo in 126’ minuti di densità mai vista prima.
E’ un film sugli innocenti e per gli innocenti, i protagonisti sono le persone che popolano le città, i paesi, i microcosmi e i macrocosmi. E’ un film per i ribelli, i diseredati, per chi subisce l’arroganza e la sopraffazione della guerra. C’è una scena che mentre scrivo mi torna alla mente, le sarte che cuciono, le giovani e le meno giovani che pedalano con le macchine da cucire, che imbastiscono, che guardano lo spettatore dall’alto della loro innocenza.
Sono davanti all’opera di PICASSO, CONTINUO A GUARDARE LA TELA, NON POSSO SMETTERE DI PENSARE alla potenza del racconto sstrati del film di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, dopo averlo visto la tela di Guernica, il lavoro di Picasso ha un significato che mi sconvolge, che mi fa viaggiare dentro al fotogramma, come il titolo del libro di Lumley dedicato a loro, uno per uno, del loro straordinario film. Andate a vedere il film, e poi andate a vedere Guernica a Madrid, al Museo Reina Sofia.