Sanremo 2017, Vessicchio: "La Rai non mi paga i diritti"
Ecco perché non ci sarà al Festival di Sanremo
Beppe Vessicchio a Sanremo 2017 non ci sarà. Nonostante gli appelli e le proteste dei fan sul web il maestro mancherà dall’Ariston. Perché? Lo spiega lui stesso sul Fatto Quotidiano. E come quasi sempre accade si scopre che ci sono di mezzo i soldi: “Mai più nelle trasmissioni Rai, a meno che le mie domande non abbiano risposte”. E le “domande” sono spinosissime: con una raccomandata del 30 settembre scorso, Vessicchio – che aveva già formalmente chiesto la diffida e la messa in mora nei confronti di RaiCom (la società che gestisce le spettanze per gli artisti) per “l’indebita proprietà” della registrazione della sigla, intitolata Margherita, pubblicata e commercializzata – ha interpellato la Rai per sapere chi avesse riscosso tutti i diritti connessi,spettanti al proprietario del master, di quella e di tutte le altre musiche sempre registrate su supporti di sua proprietà trasmesse per le stagioni del La Prova del cuoco in ondafra il 2003 e il 2012
Insomma, chi ha incassato i guadagni di Vessicchio? I diritti connessi sono quelli appunto legati alla proprietà (che è di Vessicchio) del master di queste musiche, mentre l’utilizzatore è la Rai. Balla una cifra con diversi zeri. Che fine hanno fatto quei soldi, si chiede il Maestro? “Sono garantista, credo nella buona fede altrui.Sono stati forse versati erroneamente a qualcun altro? Sono rimasti nelle casse Rai? Li ha incassati RaiTrade come ha fatto con la sigla? Sono stati messi a bilancio? Questi proventi, peraltro non irrilevanti, sarebbero un diritto che spetta solo a me”.
Bonariamente, come nella sua natura, ha chiesto a lungo spiegazioni, sbattendo contro un muro di indifferenza: l’anno scorso, sempre a Sanremo, “dove senza compenso andai a La Vita in Diretta”, parlò della questione con un dirigente di RaiCom, che gli disse: “Vedrà che il maltolto le sarà restituito”. Ma i mesi sono passati, e alla fine il musicista, quattro volte “vincitore” del Festival come direttore e arrangiatore, afferma che si sentirà costretto a ricorrere all’ avvocato.
“Detesto le carte bollate”, giura, “perché credo nella correttezza delle affermazioni fondate di un cittadino”. I contatti con l’azienda si sono rivelati sempre infruttuosi: “l’ultimo tentativo di ricomporre l’incidente l’ho fatto venerdì scorso. Sono andato da solo a Viale Mazzini e sono stato ricevuto cordialmente all’ufficio legale della Rai. La mia pratica esisteva! L’hanno subito trovata, segno che non l’avevano smarrita. Ho chiesto un segnale… anche flebile. Ho atteso fino a ora. Ma anche stavolta niente, neanche un ‘attendere prego’. Dov’è l’incaglio? Non mi resta altro che, con dispiacere, auto-oscurarmi dalle trasmissioni della tv di Stato”.