Spettacoli

Vincenzo Salemme in tour: “Sì alle radici, ma non siano una prigione”

di Andrea Lorusso

Attore, regista, professionista del teatro e tra i più apprezzati della scuderia partenopea, Salemme mette in scena tutti gli stereotipi napoletani, smontandoli

Napoletano? E famme ‘na pizza, così s’intitola l’ultima messinscena teatrale di Vicenzo Salemme, in tour proprio in questi giorni. Lo spettacolo che abbiamo seguito per voi è quello di lunedì 24 agosto a Benevento, Piazza Castello. Una situazione inedita per un maestro del riso napoletano come Salemme: “Ho saputo solo stasera che tra il pubblico aveste l’obbligo di mascherina, nonostante il distanziamento disposto. Sarà difficile vedere i vostri sorrisi, ma ce la faremo comunque.”

Inizia così un’esilarante commedia che acchiappa, rivisita e distrugge, tutti i falsi miti e gli stereotipi sui cittadini di Napoli, costretti a farsi piacere esagerazioni sul proprio conto, a rinfocolare un’immagine sempre caciarona, divertente, truffaldina, pena l’esibizione dello scalpo.

“Il napoletano può fare solo il napoletano. È difficile essere napoletani, anche tra i miei colleghi, ad un torinese o ad un milanese non viene chiesto di fare solo quella parte o di portare sul palco un idioma particolare, a noi sì. Ti deve piacere il caffè bollente, il ragù la domenica, il pane cafone, il capitone a Natale.”

Prosegue Salemme: “Non fraintendetemi, io amo le tradizioni, ma quando sono sincere, autentiche. Vanno bene le radici, ma non diventino la nostra prigione. Più che chiedere alla gente da dove venga, io chiederei loro dove vorrebbero andare. Noi non dobbiamo fare i napoletani, ma essere napoletani. In ogni mestiere, in ogni cosa, quello che conta è l’amore che ci si mette, la passione. Credo non sia il lavoro che nobilita l’uomo – ma è l’uomo che nobilita il lavoro.”

Tra battute e riflessioni: “Non inseguiamo il turista. Anche nella fede, prendete San Gennaro, tutto il mondo conosce la nostra devozione. Ma rischia di diventare caricaturale.”

Nel frattempo due ore scorrono veloci in un profluvio di gag, di sketch mescolati tra loro degli ultimi due spettacoli portati a teatro, ovvero “Con tutto il cuore” ed “Una festa esagerata”. Poi è arrivata la pandemia e sappiamo tutti come sia andata a finire.