Esteri
Putin punta ai rapporti di forza con l'Occidente: meno gas per più tecnologia
Per evitare la guerra l'Occidente non può che offrire una misurata modifica delle ragioni di scambio
La pandemia ha posto al centro del “sentire politico” del cittadino comune il benessere della propria comunità, la qualità della vita quotidiana nel concreto "qui ed ora" ben al di là dell’immediato consumo. Rispondere a questa domanda di benessere di comunità significa distribuire sul territorio competenze, saperi, servizi assieme alle tecnologie necessarie alla loro fruizione su larga scala localmente.
La ricchezza si misura in termini di servizi di assistenza sociali, psicologici, culturali, logistici. Si tratta quindi di distribuire sul territorio capacità di raccolta e elaborazione dati per misurare la distribuzione di servizi e prodotti. Il tutto nel rispetto di vincoli ambientali sempre più stringenti e costosi.
Non c’è dunque alcuna sorpresa nel vedere chi ha solo gas e grano - come un proletario ha soltanto prole – batter i pugni sul tavolo e pretendere una porzione più grande della torta grano cucinata col suo gas.
Per evitare la guerra l'Occidente non può che offrire una misurata modifica delle ragioni di scambio, ovvero pretendere meno metri cubi gas per ogni chilo di tecnologia.
Ma quale è la giusta misura?
Quella stessa grazie a cui ci fermiamo sul sentiero ad aspettare chi è rimasto indietro. Alla grande madre Russia possiamo offrire che l’incremento di ricchezza generato dalla crescita della produttività e dell’efficienza complessiva dei sistemi-paese occidentale, venga a “lei” trasferito nella forma di tecnologia e beni di consumo primari, cioè quelli in grado di migliorare la qualità della vita percepita dai suoi cittadini.
Non c’è altra via per la pace.
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