Esteri
Brasile, con Lula in Sudamerica domina la sinistra. Ma Ue e Usa non esultino
Il clamoroso ritorno dell'ex presidente viene accolto con entusiasmo dalla sinistra europea. Ma la Casa Bianca sa che cambia poco nella linea estera del Brasile
Il difficile percorso per l'accordo Ue-Mercosur
In Europa si spera per esempio che Lula possa favorire la ratifica dell'accordo commerciale blocco a blocco con il Mercosur. I sostenitori dell'accordo non solo ritengono che sarà vantaggioso per le economie di entrambe le sponde dell'Atlantico, ma sottolineano anche che Bruxelles ha bisogno di un maggiore accesso alle materie prime critiche per la transizione verde e l'America Latina potrebbe essere una fonte alternativa alla Cina.
I Paesi hanno contrattato l'accordo per più di 20 anni e alla fine hanno raggiunto un accordo politico nel 2019. Ma il contraccolpo dell'opinione pubblica europea - dovuto alla dilagante deforestazione della foresta amazzonica brasiliana sotto Bolsonaro e al protezionismo della presidenza francese - ha spinto Bruxelles a congelare l'accordo. Tradizionalmente si ritiene che ora con Lula si possa riaprire il discorso.
Ma in molti osservatori avvisano che questo è tutt'altro che scontato. Soprattutto perché Lula vuole salvaguardare un maggiore "spazio politico" per il Brasile e rinegoziare i termini nei settori dei brevetti, dei servizi e degli appalti pubblici a favore dello sviluppo industriale del Brasile, ha detto Amorim. Lula ha anche fissato una scadenza per Bruxelles: "Se vincerò le elezioni, entrerò in carica e, nei primi sei mesi, concluderemo l'accordo con l'Unione Europea. Un accordo che tenga conto della necessità del Brasile di tornare a industrializzarsi", ha detto Lula il mese scorso.
Un messaggio che lascia presagire a Bruxelles il rischio di perdere alcune delle condizioni negoziali conquistate nel 2019. Insomma, in molti per ora esultano per la vittoria di Lula ma attenzione a dare per scontate cose che non lo sono.