Esteri
"Coronavirus creato in laboratorio: la Cina ammetterà l'errore agli Usa"
Secondo alcune indiscrezioni, Washington e Pechino starebbero trattando sulla exit strategy per chiudere lo scontro sul Covid-19. Potrebbe finire così...
Alla fine potrebbe aver avuto ragione Donald Trump. Il coronavirus alla base della pandemia da Covid-19 potrebbe essere stato creato in laboratorio. E la Cina sarebbe persino pronta ad ammetterlo, addossando però le responsabilità a degli scienziati che avrebbero insabbiato il caso. Sarebbe questa, secondo quanto scrive il TgCom24, la exit strategy di una trattativa che sarebbe in corso tra le prime due potenze mondiali per chiudere la polemica sul virus e voltare pagina.
Trattativa Cina-Usa sull'origine del virus prima del report dei servizi segreti americani
La testata giornalistica diretta da Paolo Liguori, che già dai primissimi giorni sostiene la teoria della fuga accidentale del virus dal fantomatico laboratorio di Wuhan, sostiene che Washington e Pechino potrebbero aver raggiunto un'intesa sulla chiusura della trattativa, prima che scadano i 90 giorni concessi a fine maggio dal neo presidente statunitense Joe Biden ai servizi segreti Usa per presentare un report sull'origine del Covid. Report che evidentemente potrebbe dimostrare l'origine artificiale del virus.
L'ipotesi: la Cina ammette l'origine artificiale del virus, ma colpa degli scienziati di Wuhan che hanno insabbiato il caso
E allora, per non arrivare allo scontro frontale, la soluzione sarebbe la seguente: la Cina riconoscrebbe che il virus SARS-CoV-2 sarebbe sfuggito accidentalmente dal laboratorio di Wuhan dove è stato studiato e gli Usa accetterebbero la versione di Pechino, che sosterrebbe di aver saputo della "fuga" del virus solo di recente e dopo oltre un anno di indagini.
Pechino garantirà inoltre, sempre secondo l'ipotesi avanzata da TgCom24, che verranno perseguiti gli scienziati e i ricercatori che hanno tenuto nascosta la verità impedendo alla Cina di informare tempestivamente gli Stati Uniti e il mondo della grave minaccia.
Il direttore dell'Oms chiede una nuova indagine in Cina sull'origine del virus
L'argomento della possibile artificialità del virus, d'altronde, è di piena attualità. Qualche giorno fa il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha proposto una nuova missione in Cina per proseguire le indagini sull'origine del coronavirus compresi i controlli dei laboratori di Wuhan. Il direttore dell'Oms sostiene che le indagini sono state ostacolate dalla mancanza di dati grezzi sui primi giorni di diffusione in Cina.
Nel rapporto, a lungo ritardato, pubblicato alla fine di marzo, il team internazionale e le loro controparti cinesi non hanno tratto conclusioni definitive, classificando invece una serie di ipotesi in base a quanto credevano fossero probabili, dopo quattro settimane nella città centrale di Wuhan e dintorni. Secondo il rapporto che il virus passi dai pipistrelli agli esseri umani tramite un animale intermedio è lo scenario più probabile, mentre una teoria che coinvolga la fuoriuscita del virus da un laboratorio è "estremamente improbabile".
Ma l'indagine e il rapporto sono stati criticati per la mancanza di trasparenza, e per non aver valutato più a fondo la teoria della fuga dal laboratorio cui sono state dedicate solo 440 parole a discuterla e respingerla. Paesi come gli Stati Uniti e alcuni scienziati hanno chiesto ulteriori indagini, in particolare sull'Istituto di virologia di Wuhan che stava conducendo ricerche sui pipistrelli. "Trovare le origini di questo virus e' un esercizio scientifico che deve essere tenuto libero dalla politica. Perché questo accada, ci aspettiamo che la Cina sostenga questa prossima fase del processo scientifico condividendo tutti i dati rilevanti in uno spirito di trasparenza", ha detto Tedros.
La Cina per ora insiste sulla teoria che il virus sia stato creato negli Usa
La Cina ha definito "assurda" la teoria che il virus possa essere sfuggito da un laboratorio di Wuhan e ha detto ripetutamente che "politicizzare" la questione avrebbe ostacolato le indagini. E, anzi, in questi mesi ha rilanciato più volte la teoria che il virus possa essere stato sì creato artificialmente, ma negli Stati Uniti. Oppure che la sua origine naturale sia in Italia.
Se la Cina ammette l'errore cambiano gli equilibri globali
Ammettere che sia fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan, seppur dando la colpa agli scienziati che avrebbero insabbiato il tutto tenendo dunque all'oscuro Xi Jinping e il governo centrale, sarebbe un autogol clamoroso che farebbe perdere posizioni geopolitiche e diplomatiche importanti a Pechino. Se davvero si arrivasse a una situazione come quella prefigurata dal TgCom24, significherebbe che la Cina avrebbe deciso che il male minore sarebbe quello di ammettere un errore gravissimo piuttosto che fronteggiare accuse sempre più imbarazzanti in un clima di tensione.
Ancora difficile immaginare un'ammissione del genere, ma se dovesse arrivare cambierebbero di colpo le regole del gioco e gli equilibri globali.