Esteri

Coronavirus, l’avversario numero uno per il Presidente Donald Trump.

Daniele Rosa

L’ansia comincia a serpeggiare nel Paese. Spariti disinfettanti e altro dagli scaffali.

E adesso anche l’America sta conoscendo la paura da Coronavirus.

Il Ministero della Salute americano aveva allertato con dichiarazioni chiare e con lo stato di emergenza il paese già dal 31 gennaio ma, un po’ per l’atteggiamento ‘negazionista del Presidente,un po’ per una diffusa superficialità della gente, il problema sembrava, sino a pochi giorni, una criticità di altri.

Oggi invece gli americani hanno capito che il Covid-19 non conosce muri, è anche da loro. Anche Donald Trump lo ha capito e la macchina sanitaria, pur con qualche ritardo ed errori, è partita.

Coronavirus, l'avversario numero uno di Trump

Tamponi non ancora per tutti ma in dirittura d’arrivo per la distribuzione a tappeto ai presidi sanitari, molte postazioni di letti di terapia intensiva preparate( le previsioni immaginano la necessità di 200000 postazioni mentre ora ne sono pronte soltanto 100000), informazioni giorno dopo giorno, cancellazione di grandi eventi sportivi (NBA di basket, la Major League di Baseball), musicali e feste nazionali del calibro della grande parata per il Saint Patrick’s Day. Università come Harvard e molte scuole chiuse per una settimana.

E poi i voli per l’Europa cancellati per trenta giorni e l’ipotesi, sempre più concreta, di chiusura di altri voli domestici.

Insomma Trump ci ha messo un po’ a capirlo, ed è pure passato attraverso imbarazzanti dichiarazioni come ‘ è una febbre, è un virus straniero, se ne andrà con il calore, sparirà come un miracolo’ ma da ieri sembra aver compreso due verità : primo che il virus è qualcosa di orribile e pericoloso a livello mondiale, secondo che il Coronavirus è attualmente l’avversario più pericoloso con il quale dovrà combattere nella corsa alla rielezione.

Molto più forte di quel Joe Biden che sembra in dirittura d’arrivo per la nomination ma non dimentica di mantenere alta la fama di ‘gaffeur’. Ieri è uscito un suo messaggio in cui cercava fondi ,non per l’epidemia, ma per la sua campagna.

Coronavirus, l'avversario numero uno di Trump

Se l’epidemia dovesse impattare pesantemente sui cittadini emergeranno immediati gli attuali limiti della sanità americana che, pur essendo forte e preparata, è cara e non alla portata di tutti . E una lunga crisi sanitaria potrebbe inoltre colpire negativamente l’economia americana, cavallo di battaglia di Trump. L’Orso ribassista delle Borse ha fatto già in pochi giorni pesantissimi danni .

Economia in crisi e carenze sociali della sanità potrebbero essere così i due veri incubi del Presidente. Due squarci che potrebbero fare spazio al probabile nominato democratico Biden. Un uomo con idee, soprattutto sulla sanità, molto vicine a quelle del suo Presidente di allora Obama ( l’Obama Care).

 

E i grattacapi per Trump su questi temi sono appena iniziati. Oltre ai ribassi di Wall Street da un paio di giorni la ricca America è alle prese con il panico dei consumatori. Già adesso cominciano a mancare carta igienica ( e non ci si spiega il perchè), riso, pasta e soprattutto sono ormai introvabili tutti i tipi di disinfettanti.

 

Non solo a Washington , la città epicentro insieme a New York di contagi, ma anche nelle piccole e medie città della Florida.

L’equivalente americano dell’italiano Metro è Costco, giganteschi supermercati con altrettanto gigantesche confezioni di tutto a prezzi super concorrenziali. Nell’area di Costco puoi fare benzina a basso costo, riparare la macchina e nel frattempo riempire dei carrelli dalle dimensione di piccoli rimorchi. Non riesci ad uscire con poco. Dai televisori da 80 pollici fino alle confezioni di caffè da tre chili e barattoli di peanuts per un mese intero.

 

Ecco ieri nel Costco più vicino alla città di Washington molto prima delle dieci (orario di apertura), una lunga fila di auto era in attesa di parcheggiare per poi entrare. Mascherine e guanti per tutti i dipendenti  e salviette disinfettanti per gli avventori. E poi  all’attacco di confezioni giganti ( le ultime) di disinfettanti per le mani, per l’auto e per i vestiti perchè ‘Better Safe Than Sorry’, meglio prevenire che curare.

In un’ora le linee di acqua, di disinfettanti, riso e carta igienica erano completamente vuote. Una sorta di consumismo da Apocalisse. A tal punto che si è deciso di dare di questi prodotti, compreso lo zucchero, due confezioni a persona. La coda per pagare di due ore di media.

 

E lo stesso Walmart così come tante altre realtà, dalle crociere, alla assicurazioni, ha mandato mail assicurando i clienti che tutti i magazzini sono pronti all’emergenza e garantiscono locali super igienizzati e prezzi calmierati.

 

Sta di fatto che il virus è ufficialmente entrato nella vita e nella politica degli Stati Uniti. Mano a mano che crescono i test sono in crescita i positivi e in parallelo anche il livello di panico. Panico che noi italiani abbiamo conosciuto già da un paio di settimane e più.

Ma anche qui molti responsabili medici riconoscono all’Italia coraggio per aver percorso l’unica strada possibile per sconfiggere il virus.

Ma questa strada colpisce il guadagno e il danaro, ma qui queste due parole sono praticamente ‘intoccabili’.