Esteri
Coronavirus. Trump assicura che il vaccino ci sarà entro la fine dell’anno
Il Remdesivir dell’americana Gilead considerato molto promettente.
‘Credo che avremo il vaccino contro il Coronavirus per la fine dell’anno. Guardate cosa stanno facendo Johnson&Johnson e tante altre compagnie che sono ormai molto vicine. I dottori mi diranno che non avrei doluto dirlo ma voglio dire quello che penso’ queste alcune risposte che il Presidente Donald Trump ha dato ieri ai piedi della Statua, sacra per gli americani, di Abramo Lincoln a Washington.
L’occasione è nata da un incontro virtuale organizzato dalla rete televisiva Fox, una delle poche reti televisive vicina al Presidente. Trump ha dato risposte alle tante domande inviate in video dai cittadini da tutto il Paese. Una sorta di conferenza stampa per gli americani, senza giornalisti, dato che i briefing quotidiani sono stati aboliti dopo l’incidente con i giornalisti sulla ‘possibilità di farsi iniezioni di disinfettante per debellare il virus’.
Trump ha mostrato molto ottimismo in particolare sul farmaco sperimentale Remdesivir, che ha definito un ‘fattore di cambio’ in questa pandemia.
Con gratitudine il Presidente ha citato la FDA, l’Agenzia Federale del Farmaco, che ‘sta facendo cose che non sono mai state fatte prima’. Come appunto dare l’approvazione in via sperimentale per l’emergenza al farmaco dell’americana Gilead’.
Infatti pur non essendoci evidenze sufficienti ma tantomeno prodotti alternativi per curare questo virus il Remdesivir è stato approvato per l’utilizzo immediato.
‘E’ un passo avanti del 30% che presto arriverà al 50%-ha continuato Trump-è molto simile a quello che successe con l’Aids, che prima era una sentenza di morte’.
Con forza il Presidente americano ha difeso la sua gestione della crisi, nonostante l’essere stato fino a marzo negazionista del virus che considerava una ‘specie di influenza che sparirà con il caldo’. ‘Il fatto di aver bloccato i viaggi da e per la Cina fin dal 31 gennaio-ha sottolineato il tycoon-ha salvato migliaia di vite’.
Anche sopra il numero delle vittime il Presidente ha voluto dare la sua interpretazione. ‘Prima si pensava che fossero 65000, ora 80000 o 90000. Adesso il bilancio è un successo storico che non puo’ certo chiamarsi successo. Ma meglio queste cifre che non quelle immaginate di 1 o 2 milioni’. Le vittime sono, ad oggi, 69000.
E tutto questo nella giornata in cui molti Stati, pressati dalle proteste dei gruppi conservatori, dai numeri dei disoccupati in crescita e da una visibile anche se non forte discesa dei contagi, hanno cominciato processi di riapertura per gradi.
Un inizio di luce alla fine del tunnel?