Esteri
Dalla guerra in Ucraina all'Africa, ecco cosa non torna nel racconto mediatico
Le guerre in corso nel mondo sono 59: quella in Ucraina è solo l’ultimo di un lungo elenco di conflitti e non sarebbe nemmeno la più importante
A ben guardare, tutta l'Africa è una polveriera. Ed è a due passi da noi. Insomma, dovrebbe importarci. Invece noi minimizziamo, la riduciamo a evento residuale, tanto è lontana. Così stiamo come sul Titanic, senza però nemmeno il conforto dell'orchestra. Questa mattina, in una prigione israeliana è stato trovato morto Khader Adnan, attivista politico, figura di spicco del gruppo militante Jihad islamica, accusato da Israele di terrorismo.
L'agenzia di stampa palestinese WAFA ha riferito che Adnan, 44 anni, della città di Arraba vicino alla città di Jenin nella Cisgiordania occupata, da 87 giorni si rifiutava di mangiare per protestare contro la sua detenzione senza accusa. Lo aveva fatto altre volte, sempre in occasione dei suoi ripetuti arresti, compreso uno sciopero di 55 giorni nel 2015 per protestare contro il suo arresto durante la cosiddetta “detenzione amministrativa”, nel corso della quale i sospetti sono trattenuti nelle carceri israeliane a tempo indeterminato, senza accusa né processo.
In Israele attualmente ci sono più di 1.000 detenuti palestinesi senza accusa né processo, il numero più alto dal 2003, secondo il gruppo israeliano per i diritti umani HaMoked. Persone arrestate senza un perché. Senza una prova. Senza un processo. Sempre in Israele 300.000 persone – il 2,5% della popolazione – continuano a protestare contro il criminale piano di riforma giudiziaria promosso dal governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu.
Protestano ogni settimana, da più di tre mesi. E non ne hanno mai saltata una. Grazie a queste manifestazioni la sciagurata riforma, per ora, è stata congelata ma i termini stanno per scadere. È una riforma micidiale, che mira a indebolire in modo significativo il sistema giudiziario del Paese, conferendo un potere quasi illimitato all’esecutivo. La proposta di riforma include infatti una “clausola di annullamento” che consentirebbe alla maggioranza semplice (61 parlamentari su 120) di rigettare le decisioni della Corte suprema. Quest’ultima è infatti l’unica istituzione con il potere di rivedere le leggi approvate a maggioranza parlamentare. Se passasse la Terra Promessa diventerebbe una Oligarchia perfetta.
Come vorrei vedere 300mila italiani sfilare ogni settimana per chiedere la riforma del lavoro, quella seria, che si attende dal tempo dei dinosauri della Prima Repubblica. Vorrei vederci in piazza come fanno i francesi, che si battono per temi caldi, cruciali, concreti, come se non ci fosse un domani, e non mollano, anche quando è evidente che hanno perso. Vorrei vederci in piazza a centinaia di migliaia per cose serie e non per questioni residuali. Noi in piazza scendiamo troppo poco, e quando lo facciamo, sembriamo tutti "signorine snob".