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Elezioni Georgia, futuro tra Russia o Ue. Ivanishvili e l'ombra di Putin. Primo ministro Kobakhidze: "Referendum tra guerra e pace"

Georgia: aperti seggi per elezioni, in gioco futuro in Ue. Ivanishvili e l'ombra di Putin

Elezioni Georgia, futuro tra Russia o Ue. Primo ministro Kobakhidze: "È referendum tra guerra e pace"

Le elezioni parlamentari in corso in Georgia sono un referendum determinante per il futuro del Paese, per il suo sviluppo, una scelta tra guerra e pace. Lo ha detto il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze, dopo aver votato a Tbilisi. "Queste elezioni equivalgono a un referendum, come alle elezioni del 2012, durante le quali dobbiamo finalmente determinare la direzione dello sviluppo del Paese. È un referendum per scegliere tra guerra e pace, tra valori immorali e tradizionali, tra il passato oscuro e il futuro luminoso", ha dichiarato il capo del governo georgiano. Ci sono due forze politiche che in realtà si candidano alle elezioni e "una parte offre tutto ciò che dobbiamo lasciare nel passato e stiamo proponendo ai nostri elettori un futuro luminoso per il Paese, pace e progresso economico", ha affermato Kobakhidze.

Anche la presidente georgiana, Salome Zourabichvili, e la portavoce del Parlamento, Shalva Papuashvili, sono state tra le prime a votare a Tbilisi. Papuashvili ha detto ai giornalisti che le elezioni che si stanno svolgendo nel Paese sono "una scelta tra il bene e il male". "Stiamo scegliendo tra l'ateismo e la spiritualità oggi. Il nostro popolo sta facendo una scelta, che raramente viene data. Ecco perché è importante che tutti si rechino oggi alle urne e sostengano il [partito al governo] Georgian Dream, che è una garanzia dei 12 anni di pace in questo paese, una garanzia di progresso sulla strada verso la degna Europa e una garanzia di prosperità e crescita in questo Paese", ha detto la portavoce del Parlamento georgiano

Georgia: aperti seggi per elezioni, in gioco futuro in Ue

Si sono aperti in Georgia i seggi elettorali per le elezioni legislative considerate cruciali per il futuro di questo Paese diviso tra un'opposizione filo-europea e un partito di governo accusato di deriva autoritaria filo-russa. Gli elettori della ex repubblica sovietica caucasica, popolata da quasi quattro milioni di abitanti, dovrebbero votare fino alle 18. Bruxelles ha avvertito che l'esito del voto determinerà le possibilità di ingresso della Georgia nell'UE. Per Tbilisi il risultato del referendum sull'Ue in Moldavia - con un 'si'' molto risicato - rappresenta un'anticipazione di quello che rischia di accadere oggi.

Il partito di governo filorusso 'Sogno georgiano', del miliardario Bidzina Ivanishvili, punta a ottenere la maggioranza alle elezioni parlamentari, e ha gia' promesso di bandire l'intera opposizione se otterra' abbastanza voti. Lo scontro sara' diretto e frontale con la presidente filoeuropea Salome Zurabishvili, in un clima gia' piuttosto teso dopo che questa si e' rifiutata di firmare leggi molto restrittive varate dall'esecutivo, chiaramente ispirate da Mosca, con nel mirino organizzazioni non governative, media e comunita' LGBTQ+ finanziate dall'Occidente.

Per i vertici dell'Ue, il disegno di legge in questione mina i diritti fondamentali dei georgiani e rischia di stigmatizzare ulteriormente e discriminare parte della popolazione. L'adozione di queste misure avrebbe "importanti ripercussioni" sul percorso di integrazione europea di Tbilisi, che spera di entrare nell'Unione, ha avvertito Bruxelles. Per questo motivo, le legislative del 26 ottobre sono "esistenziali" per il Paese, ha insistito Zourabichvili, che si dice "abbastanza ottimista" sulla vittoria del suo partito e del fronte pro Bruxelles e Occidente. Al contrario, una sua sconfitta significherebbe per la Georgia un allontanarsi dall'Europa, dalla democrazia e della liberta'. "Sarebbe come tornare a un passato in cui la Georgia non ha piu' la sua completa sovranita' e la sua completa indipendenza. Non dobbiamo dimenticare che la Russia, oggi, occupa il 20% dei nostri territori", ha sottolineato la presidente georgiana. D'altro canto, l'orientamento sempre piu' anti-europeista e anti-occidentale del partito di Ivanishvili, le elezioni di sabato sono da considerare un "quasi-referendum sulla scelta tra l'Europa o il ritorno all'incerto passato russo". Zourabichvili spera che la popolazione georgiana, che negli ultimi tre decenni si e' espressa per l'80% a favore dell'Europa, "non si rinneghera' improvvisamente".

In base agli ultimi sondaggi, esiste un'ampia maggioranza a favore dei partiti europeisti, mentre quello al governo e' accreditato di solo circa il 30% dei consensi. E' pero' concreto il rischio di brogli, che potrebbero impattare su circa il 10% dei voti. "Stanno impedendo alla diaspora di votare. Ma le frodi non devono e non possono superare una significativa mobilitazione della popolazione", ha concluso la presidente georgiana.