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Esteri
Gli Usa si avviano ad avere una tassa patrimoniale

Presto in Usa una tassa sui capital gains anche se non realizzati? questa è la clamorosa proposta fatta ai microfoni dal segretario del tesoro americano Janet Yellen. In pratica il tesoro americano vorrebbe inserire una nuova tassa sui guadagni di borsa anche se non ancora maturati.

la proposta di questa nuova tassa, che ha scatenato subito una ridda di critiche da parte della comunità finanziaria a stelle e strisce, sarebbe resa necessaria per finanziare il corposo piano di spesa da 3.500 miliardi di dollari, per i prossimi dieci anni dell’amministrazione Biden. La tassa secondo quanto dichiarato dalla stessa Yellen colpirebbe soprattutto i patrimoni dei super ricchi, ma a tutti gli effetti sembra una patrimoniale mascherata, che inevitabilmente potrebbe colpire anche la classe media.

"Probabilmente avremo una tassa sul patrimonio", ha infatti detto, senza mezzi termini, domenica alla stessa CNN la presidentessa della Camera Nancy Pelosi, osservando che i Democratici del Senato stavano ancora lavorando alla loro proposta, che non è tecnicamente una tassa sul patrimonio ma ha una forte somiglianza a quell'idea.

La proposta in esame dal presidente della commissione finanziaria del Senato Ron Wyden, che aveva gia portato avanti una simile iniziativa nel 2019, imporrebbe una tassa annuale sulle plusvalenze non realizzate sulle attività liquide detenute dai miliardari.

"Non la definirei una tassa sul patrimonio, ma aiuterebbe a ottenere le plusvalenze, che sono una parte straordinariamente grande dei redditi degli individui più ricchi e in questo momento sfuggono alle tasse fino a quando non vengono realizzate", ha detto invece la Yellen spiegando la ratio della sua proposta. Dura la reazione del partito repubblicano, che ha accusato i democratici di essere il partito delle tasse ( chissà se anche a Roma dalle parti del Nazareno queste parole non saranno suonate familiari).

Ma le critiche alla proposta sono giunte anche al di fuori del partito repubblicano, Il controverso partito libertario, Spike Cohen candidato come vicepresidente del partito alle presidenziali del 2020 ha detto che: “Questo è inconcepibile. Per chi non lo sapesse, un "guadagno non realizzato" è quando qualcosa che possiedi guadagna valore, ma non lo vendi. Sai, come casa tua. O il tuo fondo pensione. Quindi ora devi venderlo, per pagare le tasse. Se implementato, questo sarebbe un atto di guerra contro le restanti persone della classe media che possiedono ancora le cose".

Anche l'Unione nazionale dei contribuenti è stata durissima con questa proposta, affermando che aggiungerebbe più burocrazia al sistema fiscale e imporrebbe nuovi oneri agli investitori aziendali.

Secondo alcuni analisti questa proposta rischierebbe di essere controproducente perché porterebbe probabilmente ad una fuga di capitali dagli Usa, come ha espressamente detto in un'intervista alla CNBC  Howard Marks, co-fondatore e ceo della società di investimenti Oaktree Capital “Penso che colpirebbe il sentimento degli investitori e sarebbe ovviamente meno attraente mantenere i propri investimenti in Usa. Ora la domanda è: cosa faranno le persone con i loro soldi? Il denaro deve andare da qualche parte, non può essere nell'etere”

Ma il problema si porrebbe come sostiene sempre Marks anche sulla effettiva realizzazione di una simile proposta e sulla equità a livello contributivo “Non penso che sia attuabile, anche perchè non so come fai a tassare i beni di tutti ogni anno a quello che dovrebbe essere il loro valore di mercato. E poi (c'è la) grande domanda su cosa succede se hai un anno negativo? Hai un rimborso?” ha concluso il finanziere americano.  Insomma un vero e proprio grattacapo, malgrado la potente Nancy Pelosi sembrerebbe assolutamente convinta, costi quel che costi, a portare avanti la proposta alla Camera, adducendo il fatto che la tassa patrimoniale fa comunque parte del programma dei democratici.

LEGGI ANCHE: Reddito di cittadinanza e patrimoniale, la redistribuzione nel post-Covid

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